PRIMA PARTE - Allattamento e accudimento

10. Controindicazioni all’allattamento al seno

Secondo le raccomandazioni standard dell’Unione Europea sull’alimentazione dei lattanti e dei bambini fino a 3 anni, l’allattamento al seno è controindicato in rarissime situazioni, che includono:

  • lattanti affetti da galattosemia, un raro errore congenito del metabolismo che viene diagnosticato molto precocemente attraverso gli screening neonatali (il prelievo di sangue dal tallone); essi non devono essere allattati;
  • lattanti con fenilchetonuria, anch’essa diagnosticata con lo stesso prelievo; essi possono essere allattati parzialmente;
  • lattanti nati da madri positive per infezioni da virus HTLV I e II. Il primo, diffuso specialmente nelle isole tropicali, provoca nell’adulto leucemie-linfomi a cellule T e paraparesi spastica tropicale; il secondo è in grado di provocare la tricoleucemia o leucemia a cellule capellute e paraparesi spastica. Il virus HTLV-II è diffuso nell’area mediterranea tra soggetti con dipendenze da sostanze. In entrambi i casi, i bambini non devono essere allattati;
  • lattanti nati da madri con HIV/AIDS; essi non devono essere allattati quando un’alimentazione con latte di formula adeguata è accettabile, fattibile, abbordabile, sicura e sostenibile, come avviene nei nostri Paesi. Se un’alimentazione sostitutiva adeguata non è accettabile, fattibile, abbordabile, sicura e sostenibile, e se non è disponibile una fonte sicura di latte materno donato, come può avvenire in molti Paesi poveri, l’allattamento esclusivo nei primi mesi di vita è l’alternativa migliore fino a che il lattante sia maturo e pronto per ricevere tutti i nutrienti di cui ha bisogno dagli alimenti complementari;
  • l’allattamento al seno è temporaneamente controindicato per alcune infezioni virali che possono essere trasmesse al bambino e possono causare malattie gravi, specialmente nei neonati pretermine o immunocompromessi;
  • lattanti nati da madri che presentano una lesione attiva da herpes simplex o con lesioni attive da herpes zoster sul capezzolo o l’areola; essi non devono essere allattati dal lato affetto finché la lesione non guarisce. Il lattante può nutrirsi dall’altro seno, se questo è sano, facendo attenzione a evitare il contatto con le lesioni attive (mantenendo cioè il seno affetto coperto durante la poppata dal lato sano), e può ricevere latte spremuto dal seno malato mediante una tazzina o un cucchiaino;
  • la varicella presente fino a cinque giorni prima e due dopo il parto può essere trasmessa al lattante in forma grave. La madre deve essere isolata durante la fase contagiosa, fino a quando le lesioni sono coperte da croste. È necessario somministrare al neonato immunoglobuline. Il latte materno può essere spremuto e dato al lattante;
  • lattanti nati da madri con tubercolosi attiva e non trattata; essi devono essere separati dalla madre fino a quando la madre è considerata non contagiosa. Il latte materno dev’essere spremuto e dato al lattante. Questi lattanti devono ricevere un’adeguata vaccinazione e chemioprofilassi;
  • quando una madre che allatta riceve radio-isotopi per diagnosi (ad esempio in patologie tiroidee) o terapia, l’allattamento deve essere interrotto per un tempo equivalente a cinque emivite dell’isotopo usato, facendo affidamento alle indicazioni del radiologo.