CAPITOLO 8

Immagini, immaginazione e creatività

La nostra è una società fortemente basata sulle immagini e i nostri giovani preferiscono sempre più i filmati di YouTube e le immagini di Instagram alle parole e ai libri. Ma perché le immagini hanno questo potere così straordinario di catturare l’attenzione? È una questione che risale alla notte dei tempi, quando era vitale per sopravvivere individuare i predatori distinguendo a colpo d’occhio le ombre degli arbusti dalle macchie del manto di un felino. Oggi non dobbiamo più sfuggire questi pericoli, ma ci è rimasta questa potente capacità di cogliere istantaneamente, con un solo sguardo, strutture, schemi e regolarità attorno a noi senza sforzo e soprattutto senza doverci pensare consciamente. Così, attraverso questo canale, la comunicazione e la comprensione divengono immediate e non devono passare attraverso una fase di elaborazione razionale, come invece ha bisogno la comunicazione verbale. Pensate, per esempio, all’esperienza comune di guardare la foto di un monumento o leggerne la descrizione su una guida turistica. Nel primo caso cogliamo l’opera nel suo complesso con tanti particolari magari omessi per brevità nel testo scritto. Certo, una foto da sola non ci dice che quel palazzo è del tale secolo, ma ci aiuta a collocarlo nel contesto di quella zona della città e a legarlo assieme alle altre mete che vogliamo visitare.


Al CSCS usiamo immagini e modelli tridimensionali per comprendere i dati prodotti in quantità dai nostri supercomputer. Vediamo il perché. Una tabella può mostrare una serie di numeri con grande precisione, ma guardandola è difficile rispondere a una qualsiasi domanda che vada oltre il trovare il minimo e il massimo valore. Se invece li rappresentiamo in forma visiva, se, per esempio, li visualizziamo sotto forma di un grafico, cogliamo subito correlazioni, regolarità, tendenze e divengono rapidamente visibili gli outlier, i valori anomali. Con l’aiuto della vista possiamo quindi trasformare meri fatti rappresentati dai numeri in informazione su cui possiamo ragionare. Per avere un’idea della potenza che la visualizzazione dei dati ci mette a disposizione, lasciatevi affascinare dalle statistiche sullo stato del mondo, grafiche e animate, di Hans Rosling1 . Guardare le sue presentazioni – niente scuse, hanno i sottotitoli in italiano – è come ricevere un’iniezione di adrenalina. Per trasmetterci il suo messaggio, Rosling utilizza sia strumenti digitali, sia corde e scatole dell’IKEA. Non importa il mezzo tecnologico, importa rendere numeri e proiezioni statistiche qualcosa che possa entrare attraverso gli occhi.

Using Vision to Think”, usare la vista per pensare, recita il sottotitolo di un fondamentale libro sulla visualizzazione delle informazioni2 . Le immagini, oltre a essere essenziali per la comprensione dei dati scientifici, possono essere utilizzate per comprendere e riassumere un testo, per organizzare le conoscenze e per aiutare la nascita di nuove idee, in definitiva per pensare. Guardate la tecnica delle MindMap che ho citato già molte volte. Tutti gli elementi che compongono una mappa sono ricchi di colori, linee e immagini, per stimolare, attraverso i nostri meccanismi visivi di riconoscimento di schemi e correlazioni, l’associazione mentale, l’evocazione di memorie e la creatività. Inoltre, una MindMap usa poche parole chiave e non lunghe frasi, così da lasciare spazio a nuove associazioni e a possibili integrazioni e intuizioni. Se poi lasciamo un elemento grafico incompleto, come un ramo senza una parola associata, il nostro cervello si sforzerà di completarlo creando magari qualcosa di nuovo, in altre parole lo aiutiamo a pensare.