CAPITOLO 5

Come si sviluppa il cervello
dei nostri abitanti del futuro?

Veniamo all’aspetto per me più intrigante, l’esplorare quello che succede dietro quegli occhioni che ci guardano amorevoli o quel viso brufoloso e quei capelli arruffati di un adolescente. Non è mio scopo trattare esaurientemente un campo così vasto come quello delle neuroscienze dello sviluppo per cui esistono riferimenti ben più autorevoli. Mi interessa invece toccare quei punti che ci permettono di capire come la tecnologia digitale influenza ed è influenzata dal funzionamento del cervello dei nostri giovani. Fondamentalmente voglio rispondere a tre domande: primo, il loro cervello è diverso dal nostro? Secondo, c’è un’età per introdurre la tecnologia nelle loro vite? Terzo, che cosa è veramente importante nelle varie fasi del loro sviluppo?


In questa esplorazione mi faccio aiutare dalla scienziata Maria Montessori perché una rivelazione per me impagabile è stata scoprire che il suo progetto educativo “funziona perché è così che funziona il cervello umano”, come mi disse un esperto del campo. Un’idea che ho ritrovato nel concreto dei suoi materiali e prassi educative che hanno tutte un solido fondamento scientifico. Se vi incuriosisce, troverete molti dettagli e molte prove scientifiche a sostegno nel mio libro precedente1 . Prima di iniziare voglio farvi notare come queste fondamenta facciano sì che il pensiero di Maria Montessori sia attuale ancor oggi e che questa proposta non sia rigida come alcuni sostengono ma possa, fatti salvi i principi e gli obiettivi, evolvere se cambiano i dati di partenza. Siamo quindi liberi di esplorare, proporre e sperimentare seguendo i dettami del metodo scientifico, soprattutto quando abbiamo a che fare con quelle tecnologie che non esistevano ai tempi di Maria Montessori. Del resto, verso la fine della sua vita, ripeteva: “Io ho solo iniziato il lavoro” e ora tocca a noi continuarlo.


Partendo da queste idee guida, nei prossimi capitoli affronteremo vari aspetti legati al funzionamento del cervello dei nostri giovani, come l’apprendimento, la memoria, l’immaginazione e altro, concentrandoci su quello che ci può servire per capire il ruolo della tecnologia nel loro sviluppo. Cominciamo questa esplorazione cercando di rispondere alla prima domanda posta all’inizio, perché è ovvio che, se i bambini e i giovani di oggi sono differenti da quelli con cui ha lavorato Maria Montessori, le sue idee e osservazioni non si possono applicare nel nostro mondo tecnologico e dovremmo trovare un’altra guida.