ENOVITÀ

ARCHÈ18 2018

Rosaramo - V.S.Q. Metodo Classico Extra Brut

Comunione d’intenti, slancio giovanile e desiderio di tramandare la memoria di un vitigno territoriale sono i punti che delineano i contorni del progetto Archè, dal greco: principio e forza originaria delle cose. Il focus di partenza naviga lungo il Piave per approdare alla “bellussera di Italo”, una vigna di raboso di quasi 70 anni, su terreno in prevalenza limoso nelle vicinanze di Ponte di Piave. L’idea è di Andrea, di Casa Baccichetto, che, per salvarla dall’espianto, insiste con il padre Franco per tramandarne la memoria. Andrea la spunta e dopo il confronto con l’amico Dario Bortolato, prende forma l’idea di un Metodo Classico: si pensa a un periodo di tre anni dalla vendemmia alla sboccatura, e a un minimo di sosta di 18 mesi sui lieviti. Tempo dopo, a un test d’assaggio partecipa anche Andrea Costa che inizia a seguirne la promozione. Archè18 è frutto della vendemmia d’ottobre del 2018, da cui il suffisso; è stato prodotto in circa 1.500 bottiglie, 120 delle quali riservate a sviluppi futuri. La base ha visto batonnage settimanali fino a un paio di mesi prima del tiraggio; nessuna malolattica e la permanenza sui lieviti si è protratta ad agosto 2021. Alla sboccatura segue una sosta in bottiglia di alcuni mesi.

Attualmente è in maturazione la 2021, la 2020 è in affinamento. In degustazione riempie il bevante con una spuma briosa, mentre dal fondo risalgono numerosissime bollicine che rendono vivido il rosa salmone. Tra i profumi spiccano melograno, arancia sanguinella, ciliegia e susina rossa acerba, gelatina di fragola, poi melissa e gelsomino. In bocca la carbonica è a vantaggio di acida salinità, ma a vincere è il carattere del vitigno: sì, io sono il raboso. Di buon corpo, pervade il palato lasciando la sensazione di acino d’uva appena gustato. Abbinamento ambivalente: tartare di tonno rosso e pistacchi di Bronte oppure filetto alla Wellington.