I prodotti e la cucina del Delta del Po, dove crescono le ostriche più ambite d’Italia. Un viaggio tra pesce, salumi e birra

I prodotti e la cucina del Delta del Po, dove crescono le ostriche più ambite d’Italia. Un viaggio tra pesce, salumi e birra
Piccolo estremo geografico disegnato dai rami del più grande fiume d’Italia, proteso nell’Adriatico ben oltre la linea di costa, il Delta del Po lega in modo profondo la sua identità alla storia di questo corso d’acqua. È il fascino ineffabile di un territorio che ha preso forma dai sedimenti fluviali attraverso l’azione del vento e delle maree, mettendo alla prova l’uomo che da sempre ha dovuto fare i conti con il governo delle acque per conquistare i terreni da coltivare e abitare. Ci troviamo in provincia di Rovigo, in una delle zone umide più estese d’Europa. Uno spazio naturalistico ricco di biodiversità, tanto da essere dichiarato dall’Unesco Riserva della Biosfera per il suo alto valore ambientale.
Si tratta di una terra giovanissima, emersa dal mare nel corso degli ultimi quattro secoli, e tuttora in lenta e continua metamorfosi. Furono le ricche famiglie veneziane le prime a bonificare quest’area all’epoca della Serenissima, un passato testimoniato dai tanti toponimi locali come Ca’ Tiepolo, Ca’ Vendramin, Ca’ Venier e altri ancora. In un paesaggio rurale che si sviluppa verso la foce si alternano campi coltivati, canali di bonifica, risaie, valli, lagune, scanni e spiagge.
Nella prima metà del 1800, quella del riso fu la coltura più indicata per mettere a frutto i terreni in larga parte ancora paludosi. Ora l’alta qualità della produzione permette alle varietà Carnaroli, Arborio, Baldo e Volano di avvalersi del marchio IGP. I campi di risaie si collocano in una fascia prossima al litorale, per questo la caratteristica organolettica principale è che il sapore dei chicchi risulta piacevolmente sapido.