sostenibilità ENOCICLOTURISMO: UNA STRADA IN DISCESA di Francesca Ciancio Crescono velocemente gli appassionati e le proposte turistiche da Nord a Sud. Con le cantine sempre più protagoniste Il successo delle bici per muoversi sembra inarrestabile. L’estate 2023 potrebbe essere quella dei record. Il turismo, nazionale e internazionale, non è mai andato così bene, con cifre che, in alcuni casi, superano i numeri del 2019, ovvero l’ultimo anno prima della pandemia. Questo dato porta con sé un certo allarmismo a causa del fenomeno dell’overtourism, quello del sovraffollamento turistico che, in un Paese come il nostro, pone questioni delicate come il contenimento dei flussi nel rispetto della fragilità dei beni naturalistici, architettonici e artistici. Non a caso sarà il turismo all’aria aperta a fare la differenza (l’idea della distanza per evitare il contagio non è ancora del tutto sparita): sono previsti infatti circa 57 milioni di visitatori da giugno a settembre. A dirlo sono i dati dell’Osservatorio del Turismo di Human Company, in collaborazione con Thrends, società specializzata in analisi e strategie nel settore Tourism & Hospitality. L’outdoor piace perché si ha ancora tanta voglia di godere di spazi ampi e questa tendenza è rimasta ancora preponderante per i viaggiatori, sempre più in cerca di vacanze attive tra escursioni, trekking, passeggiate, itinerari in mountain bike, camping e glamping. Altro dato interessante è quella della componente estera, che risulta la più promettente considerando che, stando alle stime, raggiungerà il 51% del mercato, diventando così quello trainante. In queste pagine: scene di cicloturismo. IL RUOLO DEL CICLOTURISMO Che posiziona occupa il cicloturismo associato all’enogastronomia in questo panorama? Secondo Paolo Pinzuti, CEO di Bikeconomist (www.bikenomist.com) – agenzia di servizi che lavora sulla crescita del mezzo bici in modo consapevole – e organizzatore della Fiera del Cicloturismo di Bologna (ultima edizione svoltasi nell’aprile scorso), la posizione è molto alta, perché sempre più va definendosi la figura di un turista che sale in sella per il piacere del movimento, ma che ha chiaro un obiettivo di meta. E questa, spesso, coincide con il buon bere e il buon mangiare. Proprio in occasione dell’ultima edizione bolognese è stato presentato il rapporto "Viaggiare con la bici 2023", realizzato da ISNART per l'Osservatorio sull'Economia del Turismo delle Camere di Commercio, promosso con Legambiente, che evidenzia come, nel 2022, siano state oltre 33 milioni le presenze di vacanzieri in bicicletta con un impatto economico che ha superato i quattro miliardi. Di questi, nove milioni sono i “ciclisti puri”, coloro che partono e arrivano a destinazione in sella alle due ruote. Accanto a questi, vi sono i turisti mossi da altre motivazioni che trascorrono parte della vacanza utilizzando la bicicletta e che rappresentano il bacino più ampio. “Il cicloturismo – spiega Pinzuti – rappresenta una leva sempre più importante per la valorizzazione in chiave turistica del nostro territorio, sfruttando temi caldi quali la sostenibilità ambientale, l’allungamento della stagionalità e la scoperta di aree interne del Paese, con un’attenzione particolare alle regioni del Sud. Esistono già aree di eccellenza – quasi tutte nel Nord – ma bisogna lavorare sul consolidamento dell’offerta dei servizi specifici e mettere in connessione le ciclovie di tutta Italia”. La domanda mondiale di vacanze a pedali non fa che aumentare e di conseguenza crescono i fatturati delle imprese che operano nel segmento del cicloturismo. I tour operator esteri specializzati includono, nei loro pacchetti, sempre più Italia e non ci sono solo le regioni più ambite come la Toscana, ma suscitano interesse anche Puglia e Basilicata. A tirare – è il caso di dirlo – la volata rimangono Veneto, Trentino-Alto Adige e, per l’appunto, la Toscana, regioni che da sole, nel 2022, hanno attratto il 47% dei flussi cicloturistici, ma, come riporta il rapporto ISNART, tra il 2019 e il 2022, i cicloturisti che hanno scelto le regioni del Sud sono passati dal 7% al 17,4% del totale. In crescita anche il Centro Italia che sale dal 10,9% al 15,8%. Basterebbe limitarsi a queste tre realtà regionali italiane per capire quanto sia strategica la connessione tra cicloturismo ed enogastronomia, ma, anche con l’aiuto di Paolo Pinzuti, in veste di editore e giornalista del suo Bikeitalia (www.bikeitalia.it), il portale web dedicato al mondo della bici a 360 gradi, vediamo quali sono alcune delle più interessanti mete per gli amanti delle due ruote e di un buon calice di vino (e, vien da sé, anche della buona tavola). IN BICI SÌ, MA A CINQUE STELLE Esiste una fascia di amanti della bici e di cicloturisti che, pur scegliendo le due ruote per la propria vacanza, non vuole rinunciare a comodità e a servizi a 5 stelle. È a loro che il brand Luxury Bike Hotel guarda: una collezione di strutture ricettive di lusso : relais e resort d’alta gamma consigliati a chi cerca esperienze uniche a diretto contatto con la natura, senza rinunciare ai comfort dell’ospitalità d’eccellenza. Tra i servizi offerti, una bike room con attrezzatura per la manutenzione delle bici, un servizio di lavanderia veloce per l’abbigliamento tecnico, una SPA oppure la possibilità di effettuare massaggi decontratturanti. www.luxurybikehotels.com/it bike friendly UN ALTRO NORD È POSSIBILE Se la meta per due ruote lanciate con sprint è Nebbiolo, Barbera, plin e agnolotti, non vi è dubbio, l’arrivo è in Piemonte. Terra di ciclisti e di grandi imprese, la regione nordoccidentale è meta anche di grandi appassionati di vini e di prodotti gastronomici di eccellenza. Sul portale ufficiale www.visitpiemonte.it si trovano diversi itinerari nella sezione cicloturismo, come quello di 36 chilometri tra Acqui Terme e Canelli che tocca le terre del Moscato d’Asti e quelle del Barbera con la zona di Nizza Monferrato. Per gambe super allenate c’è il Grand Tour UNESCO, un anello di 600 chilometri che tocca i tanti paesaggi Patrimonio dell’Umanità, compresi quelli vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato. Anche la Lombardia del vino sta scegliendo sempre più la bici per far conoscere i suoi paesaggi vitivinicoli. In particolare, è la strada percorsa dall’Oltrepò Pavese con l’app creata dalla Comunità Montana – www.cmop.it – che propone 700 chilometri di rete escursionistica e ciclabile che incrocia tantissimi punti di interesse enogastronomico. Tra i tracciati più belli c’è quello della (www.greenwayvogheravarzi.it), 38 chilometri nati dalla dismissione della vecchia ferrovia, che ha lasciato il posto a una ciclabile da pedalare con lentezza per lasciarsi sorprendere dalla dolcezza del paesaggio circostante. Si pedala tra campi, vitigni e boschi per arrivare a Varzi, uno dei Borghi più Belli d’Italia e famoso per il suo salame DOP. A cosa abbinarlo? A una Bonarda Oltrepò Pavese DOC o al Metodo Classico Cruasé DOCG. Il Veneto offre tra le più belle escursioni in bici a taglio enogastronomico. A partire dalle colline del Prosecco, piuttosto impegnative, ma la cui vista ripaga di tanta fatica fatta. In effetti i percorsi vanno da medio a difficile e non sono proprio per tutti. Greenway Voghera Varzi Su www.visitproseccohills.it se ne trovano decine e con diversi gradi di difficoltà. Alcuni hot-spot dei tracciati sono dedicati proprio alle visite in cantina con masterclass didattiche, picnic in vigna, degustazioni alla cieca e percorsi sensoriali tra vigneto e calice. E se al vino e alla bici aggiungessimo le terme? I Colli Euganei su due ruote è l’itinerario perfetto. Immersi in un Parco Regionale e con una sosta alle terme più antiche d’Europa, qui il vitigno da approfondire è il moscato giallo in varie declinazioni: metodo classico, fermo secco, fermentato sui propri lieviti in bottiglia, come passito e ovviamente nella sua versione dolce Fior D’Arancio. Utile seguire il percorso presente su www.parcocollieuganei.com. L’ASSE TOSCO-EMILIANO L’Emilia-Romagna si è aggiudicata, l’anno scorso, l’Oscar del Cicloturismo con il Grand Tour della Valle del Savio. Si va su e giù per il Cesenate, dove hanno corso le leggende del ciclismo, prima tra tutte quella di Marco Pantani, che, su queste strade, provava la gamba. A lui, tra l’altro, è dedicato un bel museo a Cesenatico. Innumerevoli sono i servizi per chi si muove in bici, tutti riuniti in www.vallesaviobikehub.it, un progetto all’insegna di sostenibilità e innovazione a cui hanno aderito diverse cantine della zona che, oltre a organizzare tasting dedicati, mettono a disposizione dei biker acqua, aree parcheggio, noleggio bici, menu per sportivi. In Toscana non c’è che l’imbarazzo della scelta e tutti i territori vitivinicoli più noti hanno un rapporto strettissimo con le due ruote in generale e con il cicloturismo in particolare. Basti pensare che in regione si tiene ogni anno il , il più grande evento al mondo, a cui partecipano centinaia di ciclisti da più di 40 paesi al mondo. Si parla di quasi 500 chilometri di pedalata. Tuscany Trail bikepacking Per cicloamatori meno esigenti il portale www.bike-tour-tuscany.it offre vari pacchetti che si snodano tra Chianti Classico, Montalcino, Montepulciano e Bolgheri. In comune, il del vitigno sangiovese e dei tagli bordolesi. fil rouge IL SUCCESSO DELL’E-BIKE, ITALIA PRIMO PRODUTTORE IN EUROPA L’e-bike ha stravolto il mondo della bici, avvicinando milioni di persone alle due ruote. L’Italia gioca un ruolo di primo piano con una produzione di 3,2 milioni di pezzi, realizzati nel 2022, e che fa del nostro Paese il primo produttore in Europa, con una quota di mercato del 21%. Un successo che ha fatto da volano anche per altri segmenti, quello dell’hotellerie specializzata, ad esempio, con hotel cresciuti di 300 unità nel 2022 su un totale di quasi 5.000 alberghi con servizi per cicloamatori. A questi si aggiungono oltre 800 operatori specializzati nelle attività di noleggio. bike friendly PEDALANDO VERSO SUD In Abruzzo, da un paio di stagioni, sono tutti pazzi per la Costa dei Trabocchi, esperienza nata dall’impegno del gruppo di azione locale che promuove l'omonima ciclovia e una moltitudine di percorsi a pettine tra mare ed entroterra (www.reteciclabiletrabocchi.it). Tutto grazie a sinergie e concertazione tra istituzioni, mercato e comunità locali. Un corridoio verde di 40 chilometri – di una rete lunga 250 chilometri – che si affaccia sul litorale Adriatico, fra Ortona e Vasto, scandito dalla presenza di queste esili architetture in legno, i trabocchi. Basta percorrere pochi chilometri verso l’interno per trovarsi immersi in tutt’altro paesaggio: distese di basse e dolci colline ricoperte da filari di viti. L’Abruzzo è terra di vini. Nascono qui infatti il Montepulciano, il Trebbiano, il Cerasuolo. Per gambe e spiriti liberi la Basilicata in bici offre panorami mozzafiato ed è tutto tracciato sull’app , che geolocalizza e permette di conoscere 21 itinerari cicloturistici per 1.729 chilometri complessivi. Basilicata free to move Gli appassionati di vino ameranno in particolare quello che da Barile porta a Venosa. La zona di Barile è ricca di cantine dello Scescio (dal termine albanese , piazza), grotte scavate nel tufo per costruire le abitazioni dei primi albanesi arrivati in paese (esiste infatti ancora in zona una solida comunità albanese, conosciuta come ). Verso Venosa vale la pena fermarsi a Rapolla per il Parco Urbano delle Cantine, una rete di cantine ipogee, antiche case-grotte di tufo utilizzate oggi per la conservazione del vino (www.basilicataturistica.it). schesce arbëreshë