LIBRI

di Davide Cocco
VINI PROIBITI

Michele Borgo, Angelo CostacurtaKellerman


C’era un tempo, nemmeno troppo lontano, in cui il vino era un alimento, un componente essenziale di una dieta ricca di calorie per resistere alla faticosa vita dei campi. Avere vigne che garantissero la produzione era quindi una necessità cui far fronte con ogni mezzo. E fu così che, dopo l’arrivo di oidio, peronospora e fillossera, i contadini si rifugiarono nei vitigni americani, che dimostrarono grande resistenza a questa nefasta triade. Vitigni rustici, robusti, spesso ibridi naturali, derivanti da viti diverse dalla nostra Vitis vinifera, come la Vitis lambrusca e la Vitis riparia. Vitigni i cui nomi risuonano nitidi nei nostri ricordi d’infanzia come clinton (o clinto), fragolino, bacò, da cui nascevano e – in alcuni casi – nascono tutt’oggi vini dal colore intenso, spiccate note foxy e gusto ruspante. Vitigni che però ponevano una serie di problemi: la loro capacità di adattarsi senza tanti problemi ai diversi climi, dalla fredda prima montagna alla nebbiosa pianura, e il loro produrre vini qualitativamente mediocri creavano non pochi problemi al mercato, abbassando notevolmente e costantemente i prezzi del vino. Ci pensò il regime fascista che, tra il 1931 e il 1936, ne vietò di fatto la coltivazione. Il racconto completo delle vicende legate a questi vitigni reietti, narrato con dovizia di particolari e respiro decisamente più ampio, lo potete trovare nel recente Vini proibiti, che la Kellermann ha pubblicato nella sua meritoria collana Grado Babo, a firma di Michele Borgo e Angelo Costacurta.

Un libro che spazia dall’analisi sociologica all’ampelografia, dando finalmente risalto a una storia che merita assolutamente di essere raccontata.


Prezzo: 16,00 euro