in primo piano NON SOLO VINO di Alessandra Piubello L’enoturismo sta diventando molto di più, lo dicono ricerche ed esperti. Tutti alla ricerca di un’esperienza a 360 gradi Il vino oggi è diventato un mondo che abbraccia cultura, arte, architettura, archeologia, gastronomia, persone, benessere psico-fisico, territorio, paesaggi unici e tradizione. Chi viaggia per conoscere il panorama enoico vuole anche scoprire lo stile di vita, la storia del produttore, entrare in contatto con le realtà locali e la gente del posto e comprendere il territorio di origine di quel determinato vino. Bacco è diventato un tramite per un’esperienza turistica emozionale, una motivazione per intraprendere un viaggio a tutto tondo. Il territorio vitivinicolo si trasforma nel palcoscenico privilegiato per ospitare questa esperienza, trasformando il vissuto in memorie di piacere. Le cene in vigneto e i pic nic sono tra le maggiori attrazioni per gli enoturisti. L’ENOTURISMO DEL FUTURO Il rapporto dell’Osservatorio sul Turismo – ideato nel 1999 dall’Associazione Nazionale Città del Vino, affidato nel 2022 a Wine Monitor di Nomisma, e realizzato in collaborazione con l’Associazione Le Donne del Vino e l’Associazione La Puglia in più – ha tracciato un profilo dell’enoturista di domani. Secondo le aziende vitivinicole il trend di crescita è spinto principalmente dai italiani, che sembrano essere la generazione più attiva ed interessata al turismo legato al vino. Il nuovo enoturista ha un livello di istruzione alto (95%) e un reddito sopra la media (84%), è un giovane (60%) che ricerca informazioni sull’enoturismo online (82%) e le condivide principalmente sul web (76%) anziché tramite il passaparola. L’identikit inoltre rileva che il turista del vino risiede in grandi città (75%) ed integra la propria esperienza enoturistica anche andando oltre il vino, ricercando benessere, cultura e sostenibilità (90%). millennials Per quanto riguarda il genere, c’è quasi un equilibrio tra uomini (49%) e donne (51%). Mediamente il 61% degli enoturisti spende oltre 50 euro per l’acquisto di vino durante la loro esperienza, tra questi il 18% investe oltre 100 euro. Solo il 40% spende meno di 50 euro ed il 4% resta al di sotto dei 20 euro. Un altro dato interessante che emerge dall’analisi riguarda le aziende vitivinicole del Nord Est che registrano scontrini più bassi rispetto ad altre zone d’Italia. Infatti il 51% degli enoturisti che visitano le cantine del Nord Est spendono meno di 50 euro, e solo il 12% delle aziende possono godere di un 88% in grado di spendere oltre 50 euro. La percentuale di alto-spendenti è maggiore al Sud e nelle isole (23%) seguita dal Nord Ovest (21%), Nord Est (15%) e Centro (13%). Denis Pantini e Roberta Gabrielli di Nomisma Wine Monitor hanno così riassunto il lungo lavoro svolto per l’analisi: “Dall’indagine è emerso come la crescita dell’enoturismo in Italia possa essere ricondotta a cinque parole chiave: promozione, comunicazione, formazione, digitalizzazione e monitoraggio. Quest’ultimo obiettivo si riconduce ad un Osservatorio permanente in Italia in grado appunto di monitorare, analizzare e indirizzare i risvolti di un fenomeno dalle enormi potenzialità socioeconomiche, non solo per le imprese vitivinicole, ma per interi sistemi locali e territoriali del Bel Paese”. Visite alla cantina, degustazioni, abbinamenti non bastano. Oggi il turista pretende di più. CAMPIONI DEL MONDO Nel 2021 l’Italia è salita sul gradino più alto del podio nella classifica delle destinazioni più amate dai wine lovers di tutto il mondo. Ad attestarlo la ricerca del portale turistico internazionale Bounce, dopo un’attenta analisi comparata dei dati relativi a produzione, consumo, qualità delle uve, tour enologici proposti, numero di vigneti e costo medio a bottiglia di vino. In particolare è emerso come le aziende a conduzione familiare abbiano soddisfatto le esigenze del pubblico, mediante l’offerta di tour nei vigneti e degustazioni di vini in contesti memorabili. The Wine Lover’s Index I NUOVI TREND DELL’ENOTURISMO Roberta Garibaldi, vicepresidente del Comitato Turismo dell’OCSE, docente universitaria ed esperta di enoturismo, ha esaminato alcune inedite tendenze. “Il binomio enogastronomia e montagna è di grande appeal tra i turisti italiani. L’interesse è forte e si traduce nel desiderio di partecipare ad una pluralità di proposte, dalle più tradizionali ai nuovi format tra sport e gusto – afferma Garibaldi – Valorizzare l’enogastronomia nelle aree montane contribuisce ad arricchire l’offerta, la diversifica e la destagionalizza. È certamente un’opzione percorribile per slegarsi dai tradizionali modelli turistici ed orientarsi verso forme di sviluppo più sostenibili e in grado di generare benefici diffusi per le filiere del turismo e dell’enogastronomia”. La sostenibilità ambientale è un trend molto importante, ma non basta: occorre anche la sostenibilità sociale. In particolare, 7 turisti italiani su 10 si dichiarano più propensi a visitare un’azienda di produzione se questa ha anche in essere progetti di sostegno alla comunità locale. Un altro punto di interesse è la rigenerazione psicofisica nei luoghi del vino. Benessere, corsi di yoga e pilates e lezioni di arte nei vigneti, così come immersioni nella natura, sono la cornice richiesta per arricchire l’offerta delle cantine italiane. Il viaggio enoturistico si è trasformato in un’occasione per rigenerarsi, riprogrammare le proprie abitudini, tanto che il 50% dei turisti italiani sceglie le SPA a tema vino e il 40% corsi di pittura. Inoltre, l’accoglienza in cantina va trasformata in un’esperienza a 360 gradi. Le aziende vitivinicole tendono ad usufruire del servizio alberghiero per i loro visitatori, oppure aprono dei loro wine resort, o offrono nuove proposte di pernottamento nei vigneti ( ), e creano ristoranti gourmet al loro interno dove il vino si accompagna a piatti di eccellenza a base di prodotti locali. Il 48% degli italiani desidera pernottare in un albergo tematico, il 25% in , il 68% pranzare o cenare in cantina. “Oggi il turista è divenuto più esigente, attivo, innovativo – continua Garibaldi – ricerca nuove e più coinvolgenti esperienze in grado di emozionarlo, arricchirlo, soddisfare le sue più svariate esigenze. Nuovi target si sono affacciati sul mercato, confermando che il viaggio enoturistico non è solo più appannaggio degli appassionati, ma affascina un pubblico ampio fatto di single, famiglie con bambini, donne e giovani. Le cantine italiane si stanno muovendo nella direzione di diversificare le proprie esperienze, hanno attivato sistemi CRM ( , attività di automatizzazione e integrazione dei dati dei clienti ndr) e wine club per offrire proposte capaci di soddisfare i ”. wine glamping glamping Customer Relationship Management wine lovers La pace e il relax di un assaggio, immersi in un paesaggio bucolico. LE COMUNITÀ LOCALI La ha scelto Alba per il suo sesto appuntamento annuale. Nei vari interventi è chiaramente emerso come il tessuto delle comunità locali debba essere il pilastro sul quale costruire il futuro dell’enoturismo. Chi sceglie di andare alla scoperta di un luogo enoico è attratto dalla presenza di una comunità poliedrica, viva, attiva e aperta all’accoglienza. L’esperienza enogastronomica è il mezzo migliore e più diretto per capire come si vive in un Paese e questo è molto chiaro ai giovani, che vogliono entrare in contatto con il luogo enoico, la sua gente e vedere un approccio sostenibile al mondo. Global Conference on wine Tourism LA TESTIMONIANZA DI AIRBNB Dopo l’introduzione della categoria Vigneti (www.airbnb.com/vigneti) di Airbnb lo scorso maggio, che comprende 120.000 alloggi all’interno o nei pressi di vigne in tutto il mondo, di cui oltre 4.000 in Italia, è boom di ricerche e prenotazioni. Gli host italiani della categoria in esame, complessivamente hanno registrato un guadagno totale di 10 milioni di euro da aprile a giugno 2022, posizionando il nostro Paese nel 2022 nella top 10 europea. Su scala nazionale, le mete di punta per esperti e appassionati di enoturismo si trovano in Toscana e Veneto. LE DONNE E IL TURISMO DEL VINO Secondo il rapporto dell’Osservatorio sul Turismo di Wine Monitor Nomisma, la presenza delle donne nelle imprese del vino si concentra nel marketing e comunicazione, dove sono l’80% degli addetti, ma sono ben presenti anche nell’enoturismo e nelle altre attività turistiche dove sono rispettivamente il 76% degli occupati. Nella fase post Covid le donne crescono anche fra i visitatori delle cantine, benché non come i millennials, che hanno fatto un autentico boom. La maggior presenza di enoturisti donne ha determinato persino la nascita di proposte ad hoc che sono concentrate a Sud (58%) e nelle grandi cantine (77%). I TERRITORI PIÙ VISITATI I territori top five sono nell’ordine: Toscana, Piemonte, Veneto, Trentino- Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia. Guidano la classifica del Sud, al sesto e settimo posto, la Sicilia e la Puglia. Invece i principali fattori di attrattività sono di contesto: la cultura e l’arte, il paesaggio, a seguire la qualità e la notorietà dei vini, la capacità di accogliere gli stranieri e la varietà dei territori (dai dati dell’Osservatorio sul Turismo di Wine Monitor Nomisma). IL PARERE DI MTV VENETO “Le aziende venete socie del Movimento Turismo del Vino – spiega Emanuela Bincoletto, presidente MTV Veneto – sono migliorate tantissimo nell’accoglienza. Il nostro movimento è attivo da trent’anni sull’enoturismo, elemento fondante. Riteniamo che ci sia ancora una possibilità di sviluppo enorme, pertanto pensiamo sia necessario fare più squadra con gli altri operatori del settore. È nostra intenzione per esempio formalizzare degli accordi con l’AIS nel futuro. È essenziale avere una formazione continua e attenta, proseguendo o attivando (a seconda delle zone venete interessate), collaborazioni con Istituti Professionali e Università. L’enoturista del futuro sarà sempre più competente e quindi esigente, capace di valutare con cognizione il servizio offerto”. Il profilo dell’enoturista in Veneto è fra i 30 e i 50 anni, con una maggioranza femminile. Per Bincoletto un aspetto significativo riguarda la comunicazione congiunta fra gli operatori coinvolti: l’intera rete delle entità che si occupano di enoturismo, unita, avrebbe la voce corale necessaria per trasmettere le peculiarità territoriali e per avere risonanza non solo in Italia ma anche all’estero.