Siepi

MARCHESI MAZZEI
Via Ottone III di Sassonia 5, loc. Fonterutoli - Castellina in Chianti (Siena)

Anno di fondazione dell’azienda:
1435

Prima annata prodotta:
1992

Proprietà:
famiglia Mazzei

Produzione media:
20 000 bottiglie

Staff tecnico:
Carlo Ferrini, consulente agronomico ed enologico; Gionata Pulignani, direttore tecnico

Vitigni:
50% sangiovese, 50% merlot

Il Castello di Fonterutoli rappresenta l’azienda storica dei Marchesi Mazzei e continua a costituire il centro delle attività vinicole della storica casa fiorentina. Gli altri possedimenti sono in Maremma, con la Tenuta Belguardo, e in Sicilia, con la Tenuta Zisola. A Fonterutoli il ruolo principale è sempre stato riservato al Chianti Classico in tutte le varie versioni previste dal disciplinare attuale, ma un occhio di riguardo è stato comunque rivolto alle libere “alternative”, vale a dire che sono state ampiamente percorse le strade indirizzate alla ricerca, la sperimentazione e l’innovazione. Compresi i vini fuori disciplinare, dai nomi fantasiosi, battezzati poi supertuscan. Gli appassionati, magari quelli non di primo pelo, ricorderanno con sicuro piacere il Concerto di Fonterutoli, uno dei primi “super” di successo, ottenuto dal classico uvaggio di sangiovese con un 20% di cabernet sauvignon. Esordì nel 1981, a metà degli anni Novanta venne interrotta la sua produzione, ripresa solo recentemente, e si può affermare che il Siepi, nato con la precaria e difficile vendemmia 1992, lo sostituì facendolo presto dimenticare. Era, il Siepi, una novità sostanziale perché accoppiava al sangiovese non più il cabernet sauvignon ma il merlot, vitigno che negli anni Novanta andava di gran moda. E un motivo c’era, perché vent’anni fa i vini avevano, assai più di oggi, bisogno di una spalla morbida e piena che portasse in dote, frutto, colore, poca acidità e un po’ di grado alcolico. Oggi, complice anche una tendenza climatica decisamente cambiata, le esigenze sono quasi opposte ma il Siepi, dopo la fase “muscolare” che ha investito lo stile di gran parte dei vini toscani e italiani agli inizi del Duemila, è riuscito a ritagliarsi un suo spazio e trovare un assetto più equilibrato, nella direzione delle eleganti performance dei primi anni Novanta.