Tignanello
Al di là di tutti i primati attribuiti al Tignanello (uno dei primi supertuscan, il primo rosso del Chianti a rinunciare alle uve bianche e accostarsi al cabernet, il primo a usare le barriques etc.), va riconosciuto a questo rosso il grande merito di aver mantenuto in quasi 40 vendemmie una qualità costante su una produzione quantitativamente imponente. E quando si parla di numeri, si sottolinea la presenza e la diffusione di un vino su tutti i mercati, nelle carte di tutti i ristoranti e via dicendo. In questo senso il Tignanello ha avuto la funzione dell’apripista, non solo dell’ambasciatore del vino toscano e italiano. Sul piano strettamente stilistico non si può certo dire che il Tignanello abbia stravolto negli anni il suo profilo ma, in un periodo così lungo, a cambiare non sono soltanto le mode, cambiano gli uomini, l’età dei vigneti, il clima, insomma è impensabile che un vino resti immutato e immutabile. Tuttavia la differenza è apprezzabile soprattutto tra i primi Tignanello e quelli più recenti, mentre le annate di questo secolo mostrano una certa continuità stilistica.