Vigna Paganelli

Vigna Paganelli Brunello di Montalcino riserva TENUTA IL POGGIONE Loc. Sant’angelo in Colle - Montalcino (Siena) Anno di fondazione dell’azienda: 1890 Prima annata prodotta: 2003 Proprietà: Leopoldo e Livia Franceschi Produzione media: 35 000 bottiglie Staff tecnico: Fabrizio, Alessandro e Francesca Bindocci Vitigni: sangiovese Vigne di cinquant'anni La tenuta Il Poggione, proprietà della famiglia Franceschi dal 1890, fa parte, a buon diritto, delle aziende storiche di Montalcino. Leopoldo e Livia Franceschi ne sono gli attuali proprietari e Fabrizio Bindocci dirige da lungo tempo la parte agronomica ed enologica con il supporto dei figli Alessandro e Francesca. Le annate di Vigna Paganelli prodotte sino a ora sono state poche ma si può dire che alle spalle hanno un repertorio ampio di ottime bottiglie di Poggione Riserva, che ha sempre rappresentato un valore sicuro tra le numerose etichette di Brunello. Tra gli assaggi più felici e non lontanissimi nel tempo ricordo con piacere due buonissime e celebrate annate come la 1997 e la 2001. A chi capitassero consiglio proprio di non farsele sfuggire. 2003 ••• È difficile pensare a un esordio di un vino, e addirittura di un Brunello riserva, prodotto solo in corrispondenza con le migliori vendemmie, in coincidenza con l’annata 2003, con i suoi imbattuti record di temperature e calore. eppure, provi questa bottiglia e non puoi fare altro che approvare la scelta. È un vino dall’equilibrio inatteso, misurato, ben modellato, quasi garbato nel proporsi. 2004 •••• In questo caso non ci sono sorprese: da un 2004 è normale attendersi un riscontro favorevole, figuriamoci se più favorevole di un 2003. e, in effetti, il garbo qui si trasforma in vera eleganza, il tannino è fresco e promette evoluzioni ancora positive, il finale è sostenuto e intenso. 2005 ••• In pochi, a Montalcino, hanno deciso di produrre una riserva 2005, dato che è stata considerata un’annata di valore medio, ma il microclima della Vigna Paganelli ha evidentemente consentito di raggiungere maturità più complete. il vino non possiede la polpa delle vendemmie più ricche ma è comunque intenso, caratterizzato da profumi di alloro ed erbe aromatiche, rinfrescato da una piacevole vena acida e sapida. una valida riuscita. 2006 ••• L’annata è stata indubbiamente tra le migliori di sempre a Montalcino e il vino è ricco, concentrato, potente, non certo un vinello insomma, ma sul piano dell’armonia e della finezza fa rimpiangere le più fresche vendemmie 2004 e 2005. 2007 •• Potrei fare rapidamente un copia-e-incolla dal commento precedente anche se l’annata 2007 è più larga della 2006, tende ad avvolgere maggiormente ed è meno contrastata dai tannini al punto di apparire più alcolica. Vigna e cantina Il vigneto Paganelli è stato impiantato nel 1964 innestando in campo cloni di sangiovese scelti in azienda da vecchi e viti esistenti; una selezione massale, quindi, eseguita con estrema attenzione al punto che i Vivai di Rauscedo hanno moltiplicato quei cloni come “selezione massale Poggione”, vendendola sia in Italia che all’estero. La superficie è di 12 ettari su un terreno alluvionale a 180 metri di altitudine. Il sistema di potatura è il doppio capovolto, una sorta di guyot modificato che ha il suo principale vantaggio nella razionale distribuzione dei grappoli sul tralcio. La fermentazione è svolta da lieviti indigeni con una macerazione che prosegue per circa quattro settimane. L’affinamento è effettuato in botti di rovere di Allier da 33 e 52 ettolitri per un periodo complessivo di 48 mesi. La prima annata prodotta con la menzione Paganelli è stata la 2003 e ha affiancato la denominazione Riserva che in passato era ottenuta da un assemblaggio di vini selezionati da vigne diverse. (in sintesi) Al di là della variabile delle vendemmie, la Vigna Paganelli non possiede punti deboli specifici. La mano in cantina è buona ed esperta, lo stile è ben registrato e consolidato. Non ci sono stati, se mai, particolari exploit, tutte le annate si sono espresse all’insegna di una buona qualità complessiva e, in considerazione della storia aziendale, siamo ancora in attesa dell’assolo da maestro.