Vigneto Bellavista
Chianti Classico Gran Selezione
Nato nel 1972, il progetto che aveva al centro il Castello di Ama è sempre stato chiaro negli intendimenti dei quattro soci di origine romana che la fondarono, e, non di meno, in chi ha proseguito l’opera e l’ha resa straordinariamente efficace e coerente negli anni, vale a dire Lorenzo Pallanti, enologo di Ama sin dal 1982, e la consorte Lorenza Sebasti. Il percorso iniziò con l’avveniristica, per quei tempi, suddivisione in ben 77 particelle di terreno, diverse tra loro, che furono studiate nei dettagli pedologici e geologici per individuare sia i vitigni più adatti, sia il sistema di allevamento preferibile. Oggi sono circa 80 gli ettari vitati del Castello di Ama, quasi equamente suddivisi nei quattro vigneti principali: Bellavista, La Casuccia, San Lorenzo e Montebuoni. I primi tre sono stati acquisiti nel 1972, il quarto nel 1997. E si può affermare che ad Ama sono convissute felicemente due filosofie produttive, apparentemente contrapposte: la prima di tipo bordolese, derivante dalla scelta di produrre un Chianti Classico con la selezione delle uve migliori dell’intero corpo vigneti; la seconda di stampo borgognone, dettata dall’individuazione di alcuni specifici cru. Tra questi ho sempre accordato una preferenza al Bellavista, vino di grande temperamento, sempre fedele alla denominazione Chianti Classico e all’originale combinazione dell’uvaggio, costituito da sangiovese con una quota minore di malvasia nera, un vitigno che molti hanno, da tempo, emarginato o addirittura letteralmente tagliato dai vigneti chiantigiani.