Vigneto San Marcellino

Vigneto San Marcellino Chianti Classico Gran Selezione ROCCA DI MONTEGROSSI Loc. San Marcellino di Monti in Chianti - Gaiole in Chianti (Siena) Anno di fondazione dell’azienda: 1994 Prima annata prodotta: 1994 Proprietà: Marco Alessandro Ricasoli Firidolfi Produzione media: 12 000 bottiglie Staff tecnico: Attilio Pagli, enologo; Stefano Dini, agronomo Vitigni: 95% sangiovese, 5% pugnitello Un carattere forte e arcigno Costruita in epoca longobarda da Geremia, capostipite della famiglia Ricasoli Firidolfi, la Rocca di Montegrossi ha un passato ricco di storia. A causa della sua posizione strategica, è stata teatro di eventi cruenti, culminati con la sua distruzione a opera delle milizie di Carlo V nel 1530. L’attuale azienda vinicola è situata nel comune di Gaiole in Chianti e la cantina si trova nei pressi della pieve romanica di San Marcellino che ha dato appunto il nome al vino più importante della proprietà: il Chianti Classico Vigneto San Marcellino. Si tratta di un rosso che, sin dagli esordi, non ha mai messo pienamente d’accordo i critici a causa del suo carattere decisamente scorbutico, soprattutto nelle sue fasi iniziali. In compenso sa trovare con il tempo un assetto più disteso, che riesce a esprimere con maggiore compiutezza le sue indubbie doti di carattere. 2004 ••••· È l’ultima versione ottenuta da sangiovese in purezza, affinato per 25 mesi in rovere nuovo per il 30%; è polposo, di stile moderno, di bella grana tannica, morbido ma non certo adagiato nella trama. una bottiglia godibilissima in questo momento. 2006 •••• Il pugnitello entra nell’uvaggio (solo il 5%), la produzione sfiora le 15 000 bottiglie, l’affinamento avviene per 25 mesi in rovere nuovo per un quarto. un’annata che rivela in pieno il carattere più autentico del San Marcellino: inizialmente duro e scomposto, con il rovere che si fa sentire, impone poi la sua grinta e la sua perentoria presa sul palato innescando una serie di contrasti e “ripartenze” mai del tutto prevedibili. alcol, acidità e tannini debbono vedersela con la forte sapidità e mineralità tipiche del territorio: un match per niente facile e scontato ma comunque elettrizzante. 2007 ••· Oltre 18 000 le bottiglie prodotte; l’uvaggio e l’affinamento non differiscono dall’annata precedente. Cambia invece il profilo del vino, che mostra una più evidente alcolicità con effetti convincenti sul piano dell’immediata godibilità e lievi limiti di personalità e complessità. 2008 ••• Annata decisamente difficile: per mantenere un adeguato standard qualitativo è stata ridotta sensibilmente la quantità prodotta, scesa a sole 6000 bottiglie. l’obiettivo riesce solo in parte con una conferma del carattere minerale del vino che tuttavia deve fare i conti con una massa tannica copiosa ma non del tutto integrata. 2009 ••· La vendemmia è stata effettuata in buona parte intorno a metà ottobre, la percentuale di legno nuovo (barriques per due terzi) è salita al 46%. l’impronta caratteristica del San Marcellino è ben riconoscibile: molto sapido, tannico, ancora un po’ boisé. La freschezza del finale promette un futuro in crescita. 2010 •••· Lungo affinamento, 28 mesi, in rovere (per metà barriques), nuovo per il 20%. nonostante che sia in bottiglia da quasi tre anni è ancora decisamente indietro nello sviluppo, con un finale ancora tannico e boisé ma anche distinto da una sapidità e una freschezza di fondo molto incoraggianti. da riprovare tra qualche anno, per restarne felicemente sorpresi. Vigna e cantina Si tratta di un vero cru in quanto proviene per intero dal vigneto omonimo ed è composto da sangiovese nella misura del 95% (il resto è pugnitello). La fermentazione ha una durata media di circa due settimane, con un periodo di macerazione leggermente più accentuato per il pugnitello rispetto al sangiovese. L’affinamento prosegue in parte in barriques e in parte in tonneaux per un periodo intorno ai 26 mesi. Viene commercializzato solo dopo un’ulteriore fase di 24 mesi in bottiglia. (in sintesi) La presenza del rovere e l’impatto tannico nei primi anni di vita del San Marcellino sono piuttosto ingombranti e penalizzano sicuramente la bevibilità. Il carattere è da vero Grand cru, con dati strutturali rimarchevoli. Non manca niente, dalla potenza alcolica alla nervatura acida, il tutto condito da una verve sapidominerale tipica dei grandi terroir. È un vino che, come pochi altri, necessita di tempo per svelarsi in pieno. Anche l’assaggio di millesimi più datati ha confermato la predisposizione “lenta” del San Marcellino. In compenso si rivela come un acquisto sicuro che si può tranquillamente dimenticare in cantina senza restarne mai delusi.