Biondi Santi

Brunello di Montalcino riserva

BIONDI SANTI
tenuta Greppo 183 - Montalcino (Siena)

Anno di fondazione dell’azienda:
1880

Prima annata prodotta:
1888

Proprietà:
Jacopo Biondi Santi

Produzione media:
12 000 bottiglie

Staff tecnico:
Jacopo Biondi Santi, enologo e agronomo

Vitigni:
sangiovese grosso BBS11

Ogni volta che si cerca di concretizzare con riscontri storici l’evoluzione dell’enologia toscana, almeno da quando il vino è presentato in una bottiglia di vetro, non si può evitare in nessun modo il riferimento a Biondi Santi e al “suo” Brunello di Montalcino. Anche soltanto per il fatto che in questo caso l’anno di fondazione dell’azienda (1880) è almeno “sincronizzato” con la prima annata prodotta (1888): a questa data risale infatti la prima annata conosciuta e classificata con il nome di Brunello di Montalcino, ma documenti del 1869 attestano la premiazione di vini prodotti con sangiovese in purezza secondo lo stile tradizionale che ha poi portato alla produzione del Brunello nel territorio di Montalcino per mano della famiglia Biondi Santi.

Gli appassionati e i cultori di vino avranno sentito raccontare la storia del primo Brunello non so quante volte ma, anche se cercherò di essere sintetico, non potrò tralasciarla in questo contesto. Ritorniamo allora al momento in cui Ferruccio Biondi Santi decise di continuare le ricerche viticole di Clemente Santi, il nonno materno, identificando un clone particolarmente interessante di sangiovese che nominò brunello e che è stato poi catalogato come sangiovese grosso BBS11. Con la vendemmia 1888 fece il primo vino con questo vitigno, senza aggiunta di altre uve e senza “governo”, due pratiche abituali nella tradizione toscana. L’obiettivo era di concepire un vino longevo e ambizioso; l’esperimento fu ripetuto nel 1891. Da quella data si salta addirittura al 1925 per vedere la terza edizione del Brunello di Montalcino di Biondi Santi creata dal figlio Tancredi, diventato nel frattempo un valente enologo, e da lì direttamente al 1945, nell’immediato dopoguerra. Non è difficile fare i conti: in più di mezzo secolo sono state prodotte la bellezza di tre annate! Facile ipotizzare che l’esperimento non abbia avuto successo ma in realtà i risultati in termini di qualità e, soprattutto, di tenuta nel tempo furono eccellenti. Probabilmente non c’erano le condizioni di mercato per sviluppare una produzione regolare.

Dal 1945 in poi però il vino è uscito con una certa continuità fino ad affermarsi universalmente. Ed è proseguita anche la tradizione familiare che, nel 1970, ha visto Franco Biondi Santi succedere nel ruolo e, alla sua scomparsa avvenuta nel 2012, passare il testimone al figlio Jacopo.