Caiarossa

Caiarossa CAIAROSSA Strada comunale per Montescudaio 59 - Riparbella (Pisa) Anno di fondazione dell’azienda: 1998 Prima annata prodotta: 2003 Proprietà: Eric Albada Jelgersma Produzione media: 40 000 bottiglie Staff tecnico: Dominique Génot, Julian Reneaud, Marco Lipparini, Mirash Ndrevataj Vitigni: cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot, petit verdot, sangiovese, syrah, alicante Caiarossa, dal terreno ricco di diaspro, rocce e ghiaia. Antica testa etrusca di Dioniso. In questa scheda darò molto spazio alla parte tecnica perché racconta già molto di Caiarossa e delle sue ambizioni. L’azienda, d’altro canto, non può vantare una storia secolare: è stata fondata meno di venti anni fa da Jan Thys, appassionato gourmet belga, che poi l’ha ceduta all’attuale proprietario Eric Albada Jelgersma, un facoltoso signore olandese proprietario anche di due famosi Châteaux bordolesi, Giscours e du Tertre, nell’area di Margaux, diretti, come Caiarossa, da Alexander van Beek. Questo per dire che, a fronte di una realtà giovanissima e tutta da scoprire, esiste uno staff che possiede in abbondanza sia la competenza sia l’esperienza necessaria per esplorare tutte le potenzialità di Caiarossa e comprendere, come ha già fatto, che lo spazio di crescita è ancora notevole. architettura e filosofia hanno ispirato il progetto della cantina 2006 •••· Annata potente, scalpitante, di quel genere di millesimi che sono diventati una consuetudine negli ultimi dieci anni ma che a Caiarossa è piombata addosso come un’ondata. la barca non è affondata ma di schizzi in faccia ne sono arrivati tanti. Così l’impeto alcolico s’insinua in ogni dove, a tratti il vino sembra troppo dolce, a tratti arido. anche i tannini sono un po’ schizofrenici, ti appaiono come austeri poi ti sembrano solo un po’ secchi. Un’alternanza di sensazioni che generalmente provoca due tipi di reazioni: fa storcere il naso al tecnico perché rileva un eccesso d’imprecisione, un principio di caos; stuzzica invece l’appassionato emotivo perché l’imprevedibilità fa rima con personalità e il vino sembra più vivo e naturale. insomma, il vino è della serie “si può fare di meglio ma il potenziale c’è tutto”. 2007 •••• Più cabernet e meno sangiovese nell’uvaggio ed ecco che l’equilibrio del vino torna sotto controllo. lo sviluppo è continuo, preciso, elegante, bilanciato, completato da tannini dolci e non aggressivi. Più razionalità e meno emozione, ma si beve con molto piacere. 2001 ••• Potente e ricco, stilisticamente ancorato a modelli di stampo più internazionale, evidenziati dalla presenza non timida del rovere e dalla ricerca prioritaria della concentrazione; l’equilibrio complessivo e la persistenza finale sono però convincenti. 2005 ••· Un’annata non facile, in genere piuttosto irregolare come maturità, ma risolta in positivo dall’asinone grazie alla robustezza dell’impianto tannico. 2006 ••• intenso, deciso, molto speziato nei profumi, supportati da note di torrefazione; è concentrato, sicuro nella progressione, completato da un finale di notevole profondità, non ancora liberato però dalla presenza, seppur contenuta, del rovere. 2007 ••· Segna l’inizio di un nuovo stile, l’affinamento si svolge in barriques e tonneaux di primo e secondo passaggio in luogo delle barriques tutte nuove. l’annata ha avuto un andamento assai propizio a Montepulciano e ha consentito una maturità completa ed equilibrata di tutte le componenti. il taglio stilistico è moderatamente moderno, c’è qualche rilievo boisé, ma la qualità della materia è eccellente, i tannini densi e morbidi, la chiusura lunga. Un asinone ricco ed elegante, di grande prospettiva. 2009 ••• Soffice, morbido, sinuoso, levigato. non passerà alla storia ma è molto piacevole e bilanciato. 2010 ••• Annata che evidenzia un asinone più nervoso del consueto, anche leggermente scomposto ma dotato di carattere e reattività. ancora da attendere. 2011 In linea con quanto avvenuto nel resto della regione, è stato un millesimo equilibrato fino a ferragosto; successivamente le temperature si sono innalzate fino quasi a 40 °C ma, grazie alle buone escursioni termiche settembrine, la raccolta è stata positiva; i vini hanno un elevato grado alcolico, acidità mediobasse accompagnate da pH leggermente elevati. il carattere da sangiovese è in maggiore evidenza rispetto alle vendemmie immediatamente precedenti ed esibisce, nonostante la calda maturità dell’annata, una freschezza invitante; è intenso, sapido, lungo nel finale, ancora giovane come fase evolutiva ma assai promettente. Il primo anno la produzione fu di 24000 bottiglie Vigna e cantina L’azienda gestisce terreni e vigna attraverso la pratica biodinamica praticamente sin dall’inizio dell’attività. Il Caiarossa nasce da una selezione delle migliori uve della proprietà vinificate e affinate singolarmente. Sulla base delle prove di assaggio viene, annata per annata, stabilito l’uvaggio definitivo con percentuali sempre variabili dei vari vitigni utilizzati, compresa la totale esclusione di alcuni di essi. La densità per ettaro è di 9000 ceppi di vite con una resa media di circa 40-45 quintali, vale a dire mezzo chilo di uva per pianta. Il nucleo originario dei vigneti è collocato intorno alla cantina con un’estensione complessiva di 16 ettari ai quali è stato aggiunto, tra il 2012 e il 2013, un altro consistente “corpo” di 15 ettari posizionati a nord dell’abitato di Riparbella con esposizione meridionale. Dopo una doppia selezione sul tavolo di cernita iniziano il loro percorso di cantina, con macerazione prefermentativa di 2-4 giorni, fermentazione in vasche di legno o cemento senza lieviti selezionati con follature e rimontaggi, macerazione sulle bucce dai 20 ai 30 giorni a seconda della varietà. La maturazione del vino è affidata a barriques e tonneaux – per un 30% legno nuovo, per la parte restante al secondo o terzo passaggio – per circa 18 mesi, ne seguono altri 6 in vasche di cemento prima dell’imbottigliamento. (in sintesi) Il progetto è, come detto, ai suoi primi passi ma la strada intrapresa è quella giusta e il modo di affrontarla non dà spazio a dubbi o critiche. La priorità assoluta di Caiarossa è il rispetto dell’ambiente, della natura e dei suoi ritmi. E quindi l’imperativo è di lavorare profondamente su questi aspetti affinché il carattere del territorio emerga comunque, indipendentemente dai singoli vitigni o da altri fattori. Sulle scelte produttive entra poi in gioco la cultura bordolese, la filosofia dell’assemblaggio per trovare i punti di equilibrio migliori, annata per annata. Il concetto è chiaro – il vitigno è un mezzo per far emergere il territorio e non il contrario – e su questo indirizzo a Caiarossa continueranno a procedere.