Cavalli Tenuta degli Dei

Cavalli tenuta degli dei TENUTA DEGLI DEI Via San Leolino 56 - Panzano in Chianti, Greve in Chianti (Firenze) Anno di fondazione dell’azienda: 2000 Prima annata prodotta: 2004 Proprietà: Tommaso Cavalli Produzione media: 25 000 bottiglie Staff tecnico: Carlo Ferrini, Gioia Cresti Vitigni: cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot, petit verdot e alicante Bouschet Dettaglio e ricerca In contrasto con l’appariscente veste delle bottiglie, ispirate, com’è intuibile, ai disegni e ai marchi della famosa casa di moda Roberto Cavalli (padre di Tommaso), i vini hanno evidenziato da subito uno stile riservato, di aristocratica eleganza, per niente ammiccante o esibizionista. In realtà c’è sempre l’esigenza di assegnare a ogni vino una paternità: è figlio del territorio, assomiglia a chi lo fa (l’enologo?) o al carattere del proprietario, e così via. In questo caso la paternità è in via di “assegnazione”, vista anche la giovane storia di questo rosso, e non me la sentirei di escludere nessuna delle varie opzioni: il territorio si fa sentire, se pensiamo a Panzano, con la freschezza e il fondo minerale; l’enologo non è proprio da escludere non tanto per gli effetti “scenici” quanto per il perfetto equilibrio strutturale esibito sistematicamente dal Tenuta degli Dei; infine la personalità di Tommaso Cavalli, tanto schivo e gentile quanto determinato, la ritroviamo pienamente e curiosamente nel suo vino. La cantina è all’interno della pieve di San Leolino 2006 ••• Annata importante che ha concesso maturità piene ed equilibrate con alto potenziale di longevità. le uve del vigneto di Firenze sono state vendemmiate, dai primi fino al 20 di settembre, con un paio di settimane di anticipo rispetto a Panzano. le note di assaggio: delicati profumi vegetali, di spezie e balsami; sapore ben proporzionato, di una certa finezza e precisione. 2007 ••· Ottima vendemmia, leggermente anticipata rispetto alla precedente, con uve sane e vini molto buoni ma di media complessità. in linea con queste caratteristiche il Cavalli è ordinato, preciso, bilanciato, non ha il cambio di marcia ma è molto piacevole. le bottiglie prodotte sono 34 000. 2008 •••• La piovosità del mese di giugno e il caldo mite estivo hanno permesso di raggiungere una maturità delle uve senza eccessi alcolici (13%) e buona acidità di base. la vendemmia è iniziata, come di consueto, con il merlot del vigneto di Firenze a fine agosto per terminare con il petit verdot di Panzano a ottobre inoltrato. Seppur meno dotato sul piano della ricchezza strutturale, il Cavalli 2008 sorprende per la sua estrema bevibilità, è infatti fresco, speziato, decisamente elegante e misurato, non proprio lunghissimo ma di una sicura raffinatezza. le ottime impressioni che mi aveva suscitato alla sua uscita sono state confermate dagli assaggi più recenti, a testimonianza che non è il peso della struttura a garantire l’evoluzione migliore. Ma chi sa di vino non si stupirà sicuramente di queste affermazioni. 2009 ••• Annata interessante ma che ha alternato periodi piovosi, primavera e settembre, al calore estivo. la vendemmia si è chiusa, con regolarità, il 10 ottobre ma ha avuto un inizio posticipato al 10 settembre. Nel complesso il risultato finale è stato molto valido anche se gli assaggi effettuati all’uscita del vino erano sembrati leggermente più promettenti dei recenti. il colore è scuro, si apre su profumi intensi di frutti neri, spezie e un tocco di confetture che segnalano il calore dell’annata; è pieno, succoso, con una dote di frutto e di polpa superiori al 2008 ma con un finale meno sciolto, punteggiato da tannini ancora un po’ rigidi. 2010 ••· Un millesimo decisamente diverso sia dai precedenti sia dai successivi, in quanto caratterizzato da temperature al di sotto della media nella prima metà dell’anno e sopra la media nel periodo estivo; la vendemmia è stata posticipata da metà settembre a metà ottobre con un grado alcolico piuttosto elevato (14%) rispetto allo standard abituale. nonostante i dati statistici stiano a indicare una maggiore ricchezza, è nel 2010, curiosamente, che trovo un carattere vegetale più marcato, come a segnalare una minore maturità aromatica; al naso si avvertono anche sentori di torrefazione e incenso. lo stile resta incanalato sui binari dell’eleganza anche se in chiusura affiora qualche rigidezza e scontrosità. Forse è soltanto ancora giovane e necessita di un supplemento di bottiglia per esprimersi al massimo. 2011 •••• Un’estate lunga e molto calda ha fatto anticipare sensibilmente il periodo della vendemmia, che si è completata a Panzano il 20 di settembre. in degustazione il vino sfrutta probabilmente la prontezza dell’annata e soprattutto la capacità tecnica di gestione dei delicati equilibri mostrandosi decisamente balsamico nei profumi, con qualche spunto floreale in aggiunta; in bocca si assiste a una puntuale fusione tra maturità e freschezza da un lato, dolcezza di frutto e salinità dall’altro. Il finale è lungo e coerente. 2012 •••• Millesimo caldo e secco ma privo di eccessi, con qualche temporale settembrino a disturbare la raccolta. il vino esibisce un carattere più “panzanese” che bordolese, con note di frutti rossi e violette al naso e un sapore magari non troppo complesso ma deliziosamente croccante e fresco. Vigna e cantina Asinone viene prodotto soltanto nelle migliori annate; nelle altre è “declassato” a Nobile di Montepulciano base. Proviene dalla storica Vigna Asinone, piantata nel 1963. I vigneti, di 12 ettari (7 piantati nel 1963, 5 negli anni Novanta), si trovano a 350 metri sopra il livello del mare, sono esposti a sud sud-ovest e hanno natura argillo-limosa con presenza di scheletro. La densità di impianto è di 3300 ceppi per ettaro nella parte vecchia e 5200 nella nuova. La vendemmia è manuale, in cassette. La fermentazione avviene in tini troncoconici di acciaio inox a temperatura controllata con follature integrate da rimontaggi. Fermentazione e macerazione durano 20-25 giorni, dopodiché il vino passa da 16 a 18 mesi in barriques e tonneaux nuovi di rovere francese. La capacità di invecchiamento va da 20 a 25 anni. (in sintesi) Da un vino così giovane, nato in questo secolo, non si possono avere pretese impossibili. Sulla qualità e sullo stile non ho proprio critiche da fare, se mai solo complimenti. Poi, che possa suscitare interrogativi la scelta di produrre l’ennesimo blend bordolese in piena zona chiantigiana, lo posso capire ma potrei anche replicare che a Panzano si producono, e non da ieri, Cabernet di alto livello, e se sono buoni perché non farli? No, in realtà se ho una critica, veniale, da fare è sul nome del vino che, magari, potrebbe essere semplificato: o Cavalli o Tenuta degli Dei.