Cepparello
Isole, l’attuale sede dell’azienda, divenne una vera fattoria nel Settecento, ma solo a metà degli anni Cinquanta la famiglia De Marchi ne divenne proprietaria insieme all’annesso borgo mezzadrile di Olena, uniti sotto il nome di “Isole e Olena”. Fu Paolo De Marchi, negli anni Settanta, a fare della passione per la natura e per il vino la sua professione: “Il mio obiettivo era di raggiungere un miglioramento qualitativo della produzione e i primi passi in tal senso furono una ricerca di selezione clonale sul sangiovese e la sua vinificazione in purezza per comprenderne appieno le potenzialità”.
Il risultato fu il Cepparello, poi divenuto il vino di punta dell’azienda, che prende il nome da un piccolo ruscello che scorre a valle delle vigne. Contemporaneamente, anticipando ciò che in seguito sarebbe stata chiamata “zonazione”, furono mappati i terreni aziendali attraverso lo studio delle caratteristiche di ciascuno per individuarne la vocazione alle diverse varietà di uva. La maggiore conoscenza delle relazioni tra terreno e genetica dettò i nuovi criteri da seguire per gli impianti: al sistema di coltivazioni promiscue tipiche della mezzadria fu affiancata la sperimentazione di moderni sistemi a più alta densità, vennero selezionati e reimpiantati i cloni più adatti e furono ricostruiti i vecchi terrazzamenti nel totale rispetto del suolo. Paolo De Marchi è sempre stato un po’ avanti rispetto alla media dei suoi colleghi nel focalizzare il proprio lavoro e dargli una prospettiva, anche se la sua curiosità l’ha portato a esplorare le tante possibilità che gli presentava il territorio di Isole e Olena. Ecco allora che i progetti si affiancano tra loro e si sovrappongono, svariando dal sangiovese allo chardonnay, dal cabernet sauvignon al syrah, per non dimenticare la tradizione del Vin Santo e del Chianti Classico.
Nessuna di queste idee è rimasta a metà, tutte sono arrivate a conclusione e oggi c’è un’etichetta a rappresentare ognuna di queste esperienze. Non ci sono passaggi a vuoto perché tutti questi vini sono sistematicamente ai vertici delle rispettive tipologie e riescono a trasmettere un carattere che non è solo varietale. Per quanto riguarda la scelta del Cepparello rispetto alle altre, validissime etichette, mi è sembrata quasi obbligata, sia per la fama del vino sia perché come Sangiovese ha più legami con il territorio, ma confesso che le stupefacenti e recenti performance del Chianti Classico mi hanno fatto un po’ tentennare.