D’Alceo

CASTELLO DEI RAMPOLLA
Loc. Santa Lucia in Faulle - Panzano in Chianti, Greve in Chianti (Firenze)

Anno di fondazione dell’azienda:
1965

Prima annata prodotta:
1996

Proprietà:
Luca e Maurizia di Napoli Rampolla

Produzione media:
10 000 bottiglie

Staff tecnico:
Maurizia di Napoli Rampolla e Flavio Pilati nel vigneto; Luca di Napoli Rampolla, Calogero Portannese e Alì Ben Hedi in cantina

Vitigni:
85% cabernet sauvignon, 15% petit verdot

La famiglia di Napoli Rampolla è proprietaria dell’azienda di Santa Lucia in Faulle sin dal 1739. I terreni della ben nota Conca d’Oro di Panzano erano in buona parte coperti da coltivazione di cereali (“oro” indicava il colore del grano) e sono stati gestiti in regime di mezzadria per oltre due secoli. A metà degli anni Sessanta, Alceo di Napoli Rampolla, padre di Luca e Maurizia, decide che i tempi sono maturi per alzare il tiro e puntare a realizzare un grande vino. Nel 1975 esce il primo vino in bottiglia del Castello dei Rampolla: è un Chianti Classico. Ma Alceo non è ancora pienamente soddisfatto e vuole accelerare i tempi. Supportato dai consigli di Giacomo Tachis, un grande enologo che ha avuto un ruolo fondamentale in quel periodo, decide di piantare il cabernet sauvignon e di tagliarlo con il sangiovese. Nasce così, nel 1980, il primo grande supertuscan di Rampolla: il Sammarco. Il D’Alceo esordirà invece una quindicina di anni dopo sullo sviluppo di un’idea ancora più estrema (diciamo pure un po’ folle) con 10 000 ceppi per ettaro allevati ad alberello e una produzione misurabile in bicchieri (2 o 3 bicchieri di vino per pianta) più che in quintali. Quando Alceo viene a mancare, il testimone passa ai figli, che continuano a guidare e a vivere (non a “gestire”, che sarebbe inappropriato) l’azienda familiare con lo stesso spirito di ricerca e sperimentazione di Alceo. Per riepilogare: biodinamici da vent’anni (chi altro c’era in Toscana?), hanno iniziato nel 2010 a fare vini senza solfiti e oggi continuano a provare gli affinamenti in orci di terracotta. Concludo dicendo che in pochi luoghi al mondo sono concesse le emozioni che si provano a “camminare le vigne” di Rampolla e forse si può partire da lì per capire che cos’è che anima Maurizia e Luca di Napoli.