Ernesto Gentili

"I grandi vini di Toscana: Rossi d'eccellenza" di Ernesto Gentili, pubblicato da Giunti Editore, è una guida completa che esplora i migliori rossi toscani. Dai celebri Sassicaia e Ornellaia ai meno conosciuti Le Potazzine e Tenuta di Trinoro, il libro offre una panoramica dettagliata dei vini e delle cantine di eccellenza in Toscana. Una risorsa preziosa per appassionati e esperti del settore alla scoperta dei tesori vinicoli della regione.

Introduzione

I Vini

Cartina

Asinone

Avvoltore

Badia a Coltibuono

Biondi Santi

Cabernet Franc Vignamaggio

Caiarossa

Camartina

Castell’in Villa

Castello di Brolio

Cavalli Tenuta degli Dei

Cepparello

D’Alceo

Flaccianello della Pieve

Fuligni

Galatrona

Grattamacco

Grotte Rosse

Guardiavigna

I Sodi di San Niccolò

Il Blu

Il Caberlot

Il Carbonaione

Il Nocio

Il Poggio

La Gioia

Le Pergole Torte

Le Potazzine

Le Ragnaie

Lilliano

Luce

Lupicaia

Masseto

Mastrojanni

Melograno

Montechiari Cabernet

Montesodi

Nambrot

Nittardi

Oreno

Ornellaia

Paleo Rosso

Percarlo

Piaggia

Piaggione

Poggio ai Chiari

Poggio al Vento

Poggio di Sotto

Poggio Lombrone

Sacromonte

Saffredi

Salamartano

Salvioni

Sassicaia

Siepi

Siro Pacenti

Solaia

Stella di Campalto

Syrah Stefano Amerighi

Talenti

Tenuta di Trinoro

Tenuta di Valgiano

Tignanello

Trefiano

Val delle Corti

Vigna Paganelli

Vigneto Bellavista

Vigneto Bucerchiale

Vigneto Rancia

Vigneto San Marcellino

In Appendice

Glossario

L’autore

Indirizzi

Versione cartacea

Flaccianello della Pieve TENUTA FONTODI Via San Leolino 89 - Panzano in Chianti, Greve in Chianti (Firenze) Anno di fondazione dell’azienda: 1968 Prima annata prodotta: 1981 Proprietà: Giovanni e Marco Manetti Produzione media: 60 000 bottiglie Staff tecnico: Franco Bernabei,  enologo consulente Vitigni: sangiovese Energico e potente Terroir rinomato da secoli Il Flaccianello fa parte di quei vini che ti lasciano sempre qualche dubbio sull’interpretazione: sarò stato troppo severo? O forse, nel timore di essere severo, sono stato troppo clemente? Oppure... Insomma, nei suoi primi anni di vita questo vino è così riservato e così strutturato che non si svela mai completamente. Un riassaggio a distanza di tempo in questi casi è in effetti utilissimo per dipanare i dubbi o chiarirsi le idee. Certo resta un vino che divide gli appassionati, perché il suo colore accentuato, il marchio del rovere nelle sue prime fasi, la potenza alcolica mal si accordano con il gusto di chi è legato a un modello di Sangiovese sfumato, delicato, pinonereggiante. Comprensibilmente chi ha questa idea di Sangiovese può restare interdetto e un po’ stupito dalla carica strutturale di questo rosso, ma al di là di queste considerazioni va ricordato che il vigneto è magnifico e felicemente collocato in una posizione invidiabile della Conca di Panzano. Sul piano critico credo che sia normale, con qualsiasi vino, sottolineare alcune perplessità, anche se a Giovanni Manetti, persona degna della massima stima, ti farebbe piacere poter dire che il suo Flaccianello è sempre eccezionale. In qualche annata lo è davvero e la degustazione a seguire lo testimonia. 1986 ••••· Sorprendentemente vitale, possiede un’acidità vibrante, è energico e fresco insieme, lungo e fine nei dettagli. da notare la gradazione alcolica riportata in etichetta: 12,5%, che rispetto ai 15 abituali delle versioni più recenti segnala un cambiamento radicale, giustificato solo in parte dalle variazioni climatiche. in realtà sembra un altro sangiovese. 2001 ••· Non va per il sottile, ha un impatto deciso, privilegia la potenza ai dettagli. È tannico, sapido, più di carattere che di finezza. 2004 ••• L’annata ha caratteristiche diverse dalle precedenti ma il Flaccianello mantiene la propria identità: il sapore è forte, volitivo, ancora un po’ boisé ma dall’acidità rinfrescante. 2005 ••· Annata più debole, di difficile maturità e scarso calore che il Flaccianello fronteggia da par suo. Certo che ha minor spessore e peso, ma la trama è levigata e grintosa al tempo stesso. 2006 •••• È stata un’annata importante nell’area del Chianti Classico anche se non tutti hanno saputo interpretarla adeguatamente. a Fontodi non si è persa l’occasione di sfruttarne il ragguardevole potenziale di maturità e tessitura tannica per proporre uno dei Flaccianello più ricchi di sempre: intenso, molto deciso, contrastato, il tannino è abbondante, l’acidità viva. la grande energia e il carattere che trasmette non sono ancora del tutto convogliati in un insieme compatto ma il potenziale di longevità è altissimo. 2007 ••· La consueta tensione e sapidità offrono un sostegno concreto ma la bilancia pende decisamente sul versante alcolico. 2009 •• La struttura non manca mai al Flaccianello, che in questo millesimo subisce però l’invadenza del rovere. 2010 ••· Versione classica, è un po’ ombroso nei profumi, ancora condizionati dalla presenza boisé, però emerge con forza il coriaceo sottofondo sapido e minerale che caratterizza da sempre il vino di Giovanni Manetti. Manca un po’ di distensione ma potrà essere interessante riassaggiarlo tra qualche anno. 2012 ••· È ancora molto giovane nella sua evoluzione e per questo austero, riservato, rigoroso. il legno di affinamento è ben avvertibile ma la matrice territoriale è presente e promette di fare sempre più la sua parte. Vigna e cantina Fino all’annata 2000 le uve provenivano da un singolo vigneto, dal 2001 è ricavato dalla selezione delle migliori uve allevate a guyot e distribuite su una fittezza media di circa 6000 piante per ettaro. La fermentazione alcolica avviene in vasche d’acciaio, innescata da lieviti indigeni. La fermentazione malolattica prosegue invece in barriques come anche l’affinamento successivo, per un periodo intorno ai 24 mesi. Il nome del vino nasce da un toponimo di origine romana, Flaccianus, mentre “della Pieve” è riferito alla pregevole pieve di San Leolino, a Panzano in Chianti. (in sintesi) Raggiungere l’equilibrio con vini di forte struttura come il Flaccianello non è un obiettivo di semplice conseguimento. In certi casi c’è un eccesso di alcol (soprattutto nelle annate più recenti), in altri è il tannino a essere fuori registro, fatto sta che talvolta è sufficiente un po’ di tempo in bottiglia per smussare gli angoli e talvolta, invece, il punto di equilibrio non si trova mai. Dal punto di vista stilistico trovo che certi eccessi tolgano finezza e bevibilità, in compenso il Flaccianello è un vino energico, intenso, saporito, longevo, un vino di carattere che nasce da un territorio di eccezione. Ed è un rosso che chiede soprattutto tempo per svelarsi in pieno.

Scopri i grandi vini rossi di eccellenza della Toscana con la guida completa di Ernesto Gentili