Ernesto Gentili

"I grandi vini di Toscana: Rossi d'eccellenza" di Ernesto Gentili, pubblicato da Giunti Editore, è una guida completa che esplora i migliori rossi toscani. Dai celebri Sassicaia e Ornellaia ai meno conosciuti Le Potazzine e Tenuta di Trinoro, il libro offre una panoramica dettagliata dei vini e delle cantine di eccellenza in Toscana. Una risorsa preziosa per appassionati e esperti del settore alla scoperta dei tesori vinicoli della regione.

Introduzione

I Vini

Cartina

Asinone

Avvoltore

Badia a Coltibuono

Biondi Santi

Cabernet Franc Vignamaggio

Caiarossa

Camartina

Castell’in Villa

Castello di Brolio

Cavalli Tenuta degli Dei

Cepparello

D’Alceo

Flaccianello della Pieve

Fuligni

Galatrona

Grattamacco

Grotte Rosse

Guardiavigna

I Sodi di San Niccolò

Il Blu

Il Caberlot

Il Carbonaione

Il Nocio

Il Poggio

La Gioia

Le Pergole Torte

Le Potazzine

Le Ragnaie

Lilliano

Luce

Lupicaia

Masseto

Mastrojanni

Melograno

Montechiari Cabernet

Montesodi

Nambrot

Nittardi

Oreno

Ornellaia

Paleo Rosso

Percarlo

Piaggia

Piaggione

Poggio ai Chiari

Poggio al Vento

Poggio di Sotto

Poggio Lombrone

Sacromonte

Saffredi

Salamartano

Salvioni

Sassicaia

Siepi

Siro Pacenti

Solaia

Stella di Campalto

Syrah Stefano Amerighi

Talenti

Tenuta di Trinoro

Tenuta di Valgiano

Tignanello

Trefiano

Val delle Corti

Vigna Paganelli

Vigneto Bellavista

Vigneto Bucerchiale

Vigneto Rancia

Vigneto San Marcellino

In Appendice

Glossario

L’autore

Indirizzi

Versione cartacea

Fuligni Brunello di Montalcino riserva FULIGNI Via Soccorso Saloni 33 - Montalcino (Siena) Anno di fondazione dell’azienda: 1923 Prima annata prodotta: 1970 Proprietà: Maria Fuligni  e altri eredi Fuligni Produzione media: 15 000 bottiglie Staff tecnico: Paolo Vagaggini, enologo;  Federico Ricci, agronomo Vitigni: sangiovese Affinato per più 5 anni La Riserva è prodotta, come è giusto che sia, solo nelle annate migliori e proviene da un assemblaggio ricavato dalle uve dei vigneti che hanno un minimo di 20 anni di età. È fuori dubbio che anche il Brunello “regular” (come lo definiscono in azienda) sia generalmente un ottimo vino e l’avrei potuto preferire per il numero più elevato sia di millesimi sia di bottiglie prodotte, ma la qualità della Riserva mi è spesso apparsa straordinaria e volevo verificarne il comportamento a distanza di anni. La degustazione che segue mi darà ampio conforto, fortunatamente, ma ciò che conta in questi casi è la verifica di un filo comune, la conferma di una personalità ben precisa. I Brunello di Fuligni, base o Riserva che siano, hanno proprio il loro punto di forza nell’af- fermazione di uno stile ben definito e riconoscibile, uno stile fatto di eleganza, di toni sfumati, di dolcezze diffuse ma mai stucchevoli. E dopo questa ver- ticale aggiungo anche la prerogativa di un’eccellente evoluzione nel tempo. Antica famiglia di origine veneziana La signora Maria Flora Fuligni, proprietaria e anima dell’azienda 1997 ••••· L’annata è stata, a suo tempo, celebratissima, non solo per le “Cinque Stelle” attribuite dal Consorzio ma anche perché proprio dalla qualità ritenuta eccelsa di questo millesimo si colse addirittura l’occasione per proporre la prima forma di acquisto “en primeur” di un Brunello. Effettivamente il 1997, soprattutto a Montalcino, è stato un anno felicissimo, anche se il tempo ha messo in evidenza qualche limite di tenuta di alcuni vini che sono arrivati precocemente al capolinea. non è stato il caso del Brunello riserva di Fuligni che mostra ancora, nella primavera 2016, un colore sostenuto, polpa, densità, un equilibrio perfetto. non è forse molto profondo ma è un piccolo rilievo in linea con i caratteri dell’annata. 1999 ••• Altra annata importante, meritevole, almeno in teoria, di essere rappresentata da un Brunello riserva e i profumi di rosa, liquirizia e buccia di arancio sono un preludio molto incoraggiante. in bocca si perde un po’ il filo conduttore, prevale la potenza, si avverte il calore alcolico, non manca la lunghezza ma è un po’ monocorde e da Fuligni ci si attende sempre un plus di eleganza e complessità. 2004 ••••• Sicuramente anche questa vendemmia ha creato i giusti presupposti per vini di alta caratura ma qualche dubbio sulla piena riuscita della riserva di Fuligni era lecito nutrirlo, sulla base, ovviamente di precedenti assaggi, non sempre uniformi da bottiglia a bottiglia. Stavolta avrò pescato quella giusta, non so, ma questo 2004 era davvero entusiasmante: complesso, elegante, lunghissimo. Un vino superbo. 2006 ••••· È stata una delle più importanti annate da sempre, per il Brunello. Una di quelle da conservare a lungo in cantina grazie a una tessitura tannica di una densità rara per il sangiovese. insomma, una vera annata da riserva che non poteva mancare nell’illustre collezione di Fuligni. i profumi di agrumi, arancia rossa e mandarino sono i classici aromi rintracciabili nei grandi rossi da invecchiamento; in bocca, senza perdere il tradizionale profilo elegante dei vini della casa, evidenzia i caratteri del millesimo, con un grip tannico più incisivo del solito e un gusto intenso, serrato, sapido nel lungo finale. Meno suadente ma più grintoso del 2004. 2007 ••• Non mi soffermo sui dettagli di quest’annata a Montalcino, anche per non essere eccessivamente ripetitivo visto che l’ho già descritta in altre occasioni, ma sicuramente è stata una vendemmia propizia, con uve di piena maturità e una tendenza ad avvolgere più che a “sprintare” sul palato. I Brunello 2007 non posseggono, in genere, la stessa profondità e l’austera impalcatura tannica dei 2006 ma, in compenso, sono armonici e di immediata piacevolezza. non si distacca molto da questa traccia il vino di Fuligni che porta in dote un’avvincente articolazione aromatica su note di prugne, viole, tabacco e liquirizia; in bocca è compatto, pieno, ordinato, appena più rigido nel finale. Un assaggio, tutto sommato, in linea con quelli degli anni scorsi anche se ha mostrato nel tempo una freschezza e un’integrità superiori alle previsioni. 2010 ••••• Non si può negare che sia stata un’annata quasi trionfale per Montalcino, forse più sul piano commerciale che su quello strettamente viticolo, e comunque con le caratteristiche ideali per permettere di realizzare una riserva importante. E anche in questo caso Fuligni non ha perso l’occasione di mettere a punto un vino sontuoso, invitante nei profumi agrumati e floreali, deciso nell’impatto sul palato dove sfodera una freschezza, un contrasto, una capacità di rilancio da autentico fuoriclasse. Vigna e cantina La parte storica dei vigneti, circa 10 ettari, è collocata nei pressi dell’azienda, nell’area orientale del territorio di Montalcino; quella più recente è esposta a sud-est, con una densità d’impianto non superiore ai 5000 ceppi per ettaro. La resa produttiva si aggira intorno ai 50-55 quintali di uva per ettaro. La vinificazione avviene in vasche d’acciaio con una preventiva separazione in base alle microzone di origine dei vigneti (San Giovanni, Il Piano, Il Ginestreto e La Bandita).La prima parte dell’affinamento, della durata di alcuni mesi, si svolge in tonneaux da 5 e 7, 5 ettolitri per fissare più stabilmente il colore; il successivo passaggio è in botti di rovere di Slavonia della capacità di 30 ettolitri. (in sintesi) Difficile trovare punti deboli in questo vino, al punto che il vero limite del Brunello Riserva Fuligni è costituito soprattutto dalle uscite troppo sporadiche, solo nelle annate considerate davvero grandi. Insomma, a Fuligni piace vincere facile... Ciò che avvince di più è invece l’equilibrio, l’eleganza delle forme e, come più volte ho ribadito, la presenza di uno stile ben definito.

Scopri i grandi vini rossi di eccellenza della Toscana con la guida completa di Ernesto Gentili