I Sodi
di San Niccolò
L’estrema pendenza e la dura consistenza dei terreni ha fatto coniare ai vecchi contadini chiantigiani il nome “I Sodi” per distinguere questi vigneti, che avrebbero poi dato origine al vino più rappresentativo del Castellare. La chiesa trecentesca di San Niccolò, che si trova all’interno della proprietà, ha suggerito il resto del nome di questo rosso, affrancandolo, tra l’altro, dal solito ritornello di “-aia” o “-ello” così ripetitivamente diffuso nei vini che hanno invaso la Toscana dagli anni Ottanta in poi. Tra i primi supertuscan a puntare, senza mezzi termini e in controtendenza rispetto alle mode del momento, sul sangiovese e, in genere, sui vitigni autoctoni, I Sodi di San Niccolò ha mantenuto negli anni le sue peculiarità fondate su un carattere arcigno, poco ammiccante, più incline a suscitare rispetto che emozione pura.