Daniele Brambilla

Arturo Brambilla

"Born to be Wine: persone oltre il vino" di Daniele e Arturo Brambilla, edito da Trenta Editore, è un'emozionante viaggio alla scoperta delle storie di passione e impegno dietro alcune rinomate tenute e aziende vitivinicole. Attraverso capitoli che raccontano le storie di Tenuta La Morandina, Azienda Agricola Mauro Molino, Tenuta Le Mojole e molte altre, i lettori vengono condotti in un mondo dove il vino diventa il mezzo per narrare leggende moderne di dedizione, tradizione e successo. Una narrazione coinvolgente che sfida l'idea del vino come mero prodotto, e lo eleva a espressione artistica delle persone che lo creano e delle terre che lo ispirano.

Favole che spesso favole non sono…

C'era una volta

Tenuta La Morandina

Azienda Agricola Mauro Molino

Tenuta Le Mojole

Azienda Agricola Cecchetto Giorgio

Tenuta Bellaveder

Azienda Agricola Buzzinelli

Azienda Agricola Stanig

Azienda Agricola Bissoni

Tenuta Villa Pinciana

Azienda Vitivinicola Brunori Mario e Giorgio

Cantine D’Alfonso Del Sordo

Vigneti Musita

Le Tenute Carlo Pili

C’era una volta… e forse c’è ancora!

Versione cartacea

TRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE Gianfelice Del Sordo CANTINE D'ALFONSO DEL SORDO Un vino per noi deve essere diretto ed esprimere caratteristiche di qualità, ma anche di franchezza, di verità. LA FUSIONE DEI DUE COGNOMI Siamo in Puglia in provincia di Foggia nella zona di San Severo un tempo capoluogo di Capitanata e Molise e siamo diretti all’Azienda vinicola D’Alfonso Del Sordo. Gianfelice è una persona molto solare e gentile: appena entrati nella sua azienda, fa di tutto per farci sentire a nostro agio. Ci chiede del viaggio mentre sua moglie arriva dalla cucina con un tagliere di specialità locali e, ovviamente, un bel bicchiere di vino rosso. Come facciamo a dire no e tirar fuori una di quelle frasi del tipo “prima il dovere e poi il piacere?” Ci sembra proprio inopportuno! Questo clima disteso ci spinge a parlare come fanno gli amici di lunga data che non si vedono da parecchio tempo. “ ”. “ ”. Gianfelice rappresenta la quarta generazione e la gestione è sempre stata in mano alla loro famiglia. Bene Gianfelice raccontaci un po’ della tua azienda: iniziamo dal nome… Già nel 1860 la famiglia D’Alfonso Del Sordo produceva vino coltivando le uve nei vigneti di famiglia. Il nome dell’azienda D’Alfonso Del Sordo nasce dall’unione di due famiglie, in quanto per assicurare la continuità del casato agli inizi del 1900 Giovanni Del Sordo, figlio di Antonio, non avendo discendenti, decise di adottare Felice D’Alfonso, figlio di Ludovico: nasceva così la famiglia D’Alfonso Del Sordo UN BAGAGLIO DI RESPONSABILITÀ Gianfelice ha un atteggiamento elegante e deciso, ma, a un tratto, si ferma e con un tono di voce più tenue ci dice: “ ” Ci racconta che alcune etichette dei loro vini, pur essendo state modernizzate, esistono da molto tempo e aggiunge: “ ”. devo dirvi che è sempre stato il mio sogno quello di poter gestire l’azienda di famiglia, anche se avrei preferito che tutto ciò fosse avvenuto in maniera un po’ meno traumatica dato che mio padre è venuto a mancare prematuramente. Le linee guida dell’azienda erano già tracciate, bisognava solo applicare al meglio le competenze e le esperienze maturate nel segno delle tradizioni di famiglia. L’entusiasmo era accompagnato da un grande senso di responsabilità. Il Montero e il Casteldrione sono stati tra i nostri primi prodotti a entrare in commercio, naturalmente oggi sono molto diversi da allora, hanno avuto delle ampie rivisitazioni anche a livello di etichetta, ma naturalmente è rimasta una particolare affezione e ci ricordano, e lo faranno per sempre, la nostra storia, le nostre radici famigliari TRADIZIONE E INNOVAZIONE “ ”. Gianfelice ci racconta del binomio “ ”. “ ”. E il racconto di Gianfelice non si smorza, anzi: “ ”. Abbiamo vissuto sin dalle origini l’azienda come momento di aggregazione, per cui spesso ci si incontrava, si condividevano le idee, le emozioni, come fosse la tavola rotonda di famiglia, dove trovavamo il piacere di trascorrere dei momenti felici insieme, nel discutere le problematiche che ogni azienda si trova normalmente a dover affrontare tradizione e innovazione” che ha portato la loro azienda ad avere una spinta verso la modernità senza dimenticare le proprie origini. ”Pur avendo una grande storia alle spalle, posso affermare che i nostri vini rispecchiano quello che sono le nostre tradizioni che ci proponiamo sempre di seguire, seppur con un grande spirito di innovazione Ci siamo voluti focalizzare su ciò che è sempre stato il patrimonio viticolo della nostra zona, il Negramaro o il Nero di Troia che, nel corso del tempo, abbiamo prodotto rispettando sempre le nostre tradizioni, ma adottando quelle che sono le nuove tecniche di vinificazione. A dimostrazione del fatto che ci teniamo a essere sempre aggiornati e che miriamo a valorizzare i vitigni autoctoni della zona, nel 2002 abbiamo stipulato una convenzione con la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Foggia per la valorizzazione del grande potenziale del vitigno autoctono “Uva di Troia” che si sta affermando solamente in questi ultimi anni rispetto ad altri vitigni un po’ più conosciuti come il Negramaro o il Primitivo siamo partiti nel 2001 con una vinificazione in purezza del Nero di Troia, quando ai tempi quasi nessuno ci credeva, perché veniva sempre utilizzato come vino da taglio, cioè con l’utilità di correggere alcune caratteristiche di altri vini. Siamo molto orgogliosi del lavoro fatto e questo vino al momento ci sta dando sempre maggiori soddisfazioni qualitative e commerciali. Palando dei bianchi, abbiamo spinto sul Bombino Bianco, che in Puglia sta riscuotendo grande successo MISSIONE DI SALVATAGGIO UN VITIGNO MINORE NEL GARGANO “ ”. Gianfelice parla con grande sicurezza di vitigni considerati minori, se non in via d’estinzione e la domanda ci viene spontanea: “ ”. ” ”. Qualche tempo fa in azienda, mi sono posto come obiettivo quello di salvare dall’estinzione il Moscato Garganico. Veniva appunto coltivato nella zona del Gargano che è a circa 800 metri di altitudine e abbiamo voluto impiantarlo qui, dove ci sono i nostri vigneti; il risultato è stato che, a sua volta, come per ricambiare il favore, ci ha regalato un bianco davvero molto interessante, un fantastico Moscato Secco; non vedo l’ora di farvelo assaggiare! come fate a convincere i clienti, soprattutto i neofiti a bere questa tipologia di vini? Crediamo fortemente nella promozione dei vini di questo territorio, il nostro territorio. Anche se questo richiederà tempo, quando credi in una cosa, in un progetto, alla fine non importa quanto ci vorrà. Il nostro sogno è che questi vini abbiano le stesse possibilità di tanti altri vitigni più famosi. Non ci daremo per vinti finché non raggiungeremo l’obiettivo LA DETERMINAZIONE DI UN LEADER CHE RIFLETTE LA FILOSOFIA DELL’AZIENDA Gianfelice ha obiettivi ben precisi e ci spiega la loro filosofia: “ ”, aggiunge quasi dispiaciuto... il vino per noi deve essere diretto e non avere troppi orpelli. Anche un neofita deve essere in grado di capire subito che si tratta di un vino di qualità dalle caratteristiche di franchezza e di verità. Per il futuro vogliamo mantenere un atteggiamento sempre positivo, date le grandi potenzialità che il mercato internazionale offre e siamo confidenti nella ripartenza dei consumi a livello nazionale, anche perché è un peccato che tutta la qualità se ne vada soprattutto all’estero e che non possa essere apprezzata anche in Italia Naturalmente è consapevole delle grandi problematiche che possono affliggere il mercato, riferendosi in modo specifico a quelle legate alle false informazioni riguardo i prodotti italiani all’estero, degli scandali legati al vino che contribuiscono a danneggiare il made in Italy. “ ”. Conclude con l’aspetto internazionale: “ ”. Chiude l’intervista con un grande sorriso: “ ”. Dobbiamo andare, ma l’ultimo saluto di Gianfelice è davvero d’affetto: ” ”. Naturalmente sarebbe meglio poterle evitare, ma spesso è proprio dagli errori, anche se commessi da altri, che si impara; è difficile, ma bisogna saper sfruttare anche questo genere di situazioni, non scoraggiarsi mai e naturalmente, come in ogni progetto, ricordarsi di mantenere sempre alto l’entusiasmo; sì ci vuole tanto tanto entusiasmo! Molti altri paesi stanno emergendo su scala mondiale e si sono distinti per una grande vocazione nel produrre vini, ma questo non ci deve assolutamente scoraggiare, al contrario, dovrebbe invogliarci a fare ancora meglio. Il punto di forza del settore viticolo italiano è quello della diversificazione. Noi abbiamo tante tipologie di vitigni, tante espressioni diverse che sono un valido richiamo per il consumatore internazionale e secondo me, sono da coltivare in modo strutturato, sfruttando al massimo tutta questa varietà, cercando di fare più cultura possibile al riguardo, diffondendola sistematicamente in gir o per il mondo. Il mio obiettivo personale, oltre a promuovere i nostri vini, è continuare a spingere per la qualità e trasmettere ai miei figli la passione per la natura come mio padre è riuscito a fare con me. Ce la metterò tutta per far nascere in loro la passione, anche perché questo è un lavoro molto bello, dove ci si confronta sempre sia con la natura ma anche con tante persone, dagli enologi, chi coltiva la terra fino al cliente finale la mia più grande soddisfazione è avere un’azienda che da oltre due secoli punta a obiettivi sempre più ambiziosi in bocca al lupo ragazzi e vi raccomando, buon vino ed entusiasmo sempre alle stelle. Seguite questo binomio e ne farete di strada! Gianfelice Del Sordo CANTINE D'ALFONSO DEL SORDO Contrada Sant'Antonino 71016 San Severo FOGGIA  www.dalfonsodelsordo.it

Esplora le storie di passione e dedizione dietro il vino con "Born to be Wine" di Daniele e Arturo Brambilla. Emozioni oltre il calice.