L’(IN)COSCIENZA DI
METTERSI IN GIOCO

Tranquillo e Andrea Lucchetta
TENUTA BELLAVEDER

A volte, seguire il proprio intuito può portare lontano, a grandi successi.

DAL MAS PICOL AL BELLAVEDER

Il mondo sembra scorrere laggiù nel fondovalle, con la frenesia di mezzi su carreggiate opposte di autostrada che vanno avanti e indietro carichi di ogni cosa: visti da quassù, dove non si ode neppure il rumore, ti ispirano il facile filosofare se davvero è quello di laggiù il senso della vita.
Ma noi, almeno per oggi, siamo parte di un altro scenario, dove tutto è silenzio e colore, armonia fra uomo e natura: lo scenario di Faedo in Trentino, dove troviamo la cantina Bellaveder.
Incontriamo il proprietario, Tranquillo Luchetta, con suo figlio Andrea, pronti a raccontarsi e a trasmetterci la loro passione, i loro sacrifici e le loro soddisfazioni.

TRANQUILLO E L’INCOSCIENZA DI METTERSI IN GIOCO

“Nel 2001 mio suocero che aveva messo insieme i terreni dell’azienda e il contadino che lo aiutava a mandarla avanti, per ragioni di salute, hanno lasciato l’attività e io ho dovuto logicamente cercare di capirci qualcosa per trovare i sostituti sia dell’uno che dell’ altro. Valutando le caratteristiche del maso e dei vini che si producevano, mi sono reso conto che bisognava cambiare parecchie cose, sia negli impianti che nei vitigni che si coltivavano, perché tutto ormai si riferiva a un mercato vecchio, superato, un mercato che non c’era più. Appariva sempre più chiaro che si doveva investire e ho deciso di mettermi in gioco, di dedicarmi in prima persona a questa attività, cercando innanzitutto la collaborazione di persone specializzate che mi potessero dare una mano, dato che le mie esperienze lavorative fino ad allora si erano concentrate in tutt’altri settori. Non volevo tirarmi indietro e così è iniziata la mia avventura al maso Bel Vedere”.