TABELLE UTILI, COSTI, MORFOLOGIA E FENOLOGIA
L’estirpo del vecchio vigneto è un’operazione lunga e laboriosa che va fatta con cura, destinando in modo appropriato i materiali asportati. La potatura a macchina potrebbe costare anche meno della metà di quella manuale, ma è poco diffusa in collina. Il valore di recupero di pali di legno e ceppi può essere maggiore se riutilizzati in azienda. I fili non hanno costi di smaltimento perché prelevati gratuitamente dai rottamatori. I pali di cemento, specie quelli precompressi, possono essere riutilizzati. L'estirpo dei vecchi ceppi può essere fatto in modi diversi. Il più costoso è quello con l'escavatore, ma è anche in assoluto il migliore, specie se si reimpianta subito, perché consente di asportare almeno tutte le radici grosse.
PREPARAZIONE DEL TERRENO
Spesso, prima di impiantare un nuovo vigneto, si ha la necessità di livellare il terreno, riempiendo avvallamenti o spianando gobbe. Ben consapevoli
che tali operazioni dovrebbero essere ridotte allo stretto indispensabile, la consulenza di un geologo può fornire valide indicazioni circa la
sistemazione del terreno e, soprattutto, la regimazione delle acque, sia superficiali che sotterranee. Il fine è prevenire danni ai terreni
sottostanti e limitrofi, qualora si cambi la direzione di scorrimento delle acque e salvaguardare il proprio terreno da dilavamenti superficiali o
ristagni già esistenti, derivanti da apporti esterni, ovvero da situazioni presenti a monte o a lato del proprio appezzamento.
Normalmente, insieme al livellamento, è consigliabile realizzare drenaggi, costituiti dalla posa di tubi in PVC microfessurato, ricoperti di materiale
drenante, posti ad una profondità adeguata per raccogliere le acque di infiltrazione. Essa corrisponde, al punto in cui l’acqua incontra uno strato di
terreno poco permeabile che la invita ad accumularsi e scorrere verso valle. Al geologo si richiede la stesura di una apposita relazione, qualora il
proprio terreno ricada in area soggetta a vincolo per scopi idrogeologici (R.D.L. n°3267 del 30/12/1923), fatto piuttosto diffuso in molte zone
viticole nazionali. In ambito delle Regione Piemonte, ad esempio, tali aspetti sono legiferati (L.R. 9 agosto 1989 n°45,“Nuove norme per gli
interventi da eseguire in terreni sottoposti a vincolo per scopi idrogeologici”, completata dalla D.G.R. n°112-31886 e dalla Circolare P.G.R. 03-04-
2012 n°4/AMD), definendo le modalità di richiesta di una autorizzazione rilasciata dal Comune se gli interventi e le attività comportino modificazione
o trasformazione d’uso del suolo su aree non superiori a 5.000 m2 o per volumi di scavo non superiori a 2.500 m3” (ex articolo n°2, comma a) o dalla
Provincia di competenza se i volumi e le superfici sono superiori a quelli menzionati. É consigliabile quindi interpellare il geologo qualora si
vogliano apportare significativi cambiamenti al profilo del terreno o si verifichino i primi segni di instabilità, quando un movimento franoso sia in
atto o si sia verificato, al fine di poterlo sistemare nel modo adeguato (Geol. Katia Casavecchia).