DATI CLIMATICI
La vite, per le sue caratteristiche fisiologiche, unite all’elevata differenziazione in termini di varietà, è coltivabile in molti ambienti del globo terrestre, con climi diversi. Per la descrizione delle caratteristiche climatiche medie delle principali aree viticole italiane sono state prese in considerazione le variabili di temperatura e precipitazione, e sono stati presentati gli andamenti e le distribuzioni mensili medie relativi al decennio 2006 - 2016. Per differenziare le tipologie climatiche si è fatto riferimento al metodo di classificazione proposto un secolo fa da Wladimir Köppen. Pur essendo oramai datato e in alcuni casi criticato a causa della sua origine empirica resta ancora uno dei metodi più utilizzati di classificazione dei climi terrestri. Il clima viene definito in base a dei valori prestabiliti di temperatura e di precipitazioni, calcolati conformemente alle medie annue o di singoli mesi. Essa permette di assegnare una certa località ad un particolare sottogruppo climatico soltanto sulla base dei dati locali, purché naturalmente, il periodo di osservazione sia abbastanza lungo da fornire medie significative. I territori viticoli italiani rientrano essenzialmente in tre gruppi di classificazione climatica contrassegnato con:
CSa = clima temperato caldo con estate siccitosa (mediterraneo) e molto calda;
CFa = clima temperato caldo senza stagione secca con estate molto calda;
CFb = clima temperato caldo senza stagione secca con estate calda.
La rappresentazione dei dati climatici su diagramma termopluviometrico consente di evidenziare le differenze sostanziali tra un ambiente ed un altro. Tali caratteristiche medie climatiche sono di fondamentale importanza: tuttavia non ci dicono nulla in termini di variabilità ed oscillazioni attorno all’andamento medio. Questo è un aspetto invece da tenere in estrema considerazione, specie negli ultimi anni nei quali le oscillazioni climatiche globali stanno determinando nel breve-medio periodo un aumento nella variabilità climatica, della frequenza delle anomalie di segno opposto e, nel lungo periodo, tendenze più o meno marcate a seconda delle aree italiane, di variazione termica e pluviometrica.
Si ringrazia per le informazioni:
Centro Operativo Agrometeorologia, Regione Marche (ASSAM); Agenzia Lucana di Sviluppo ed Innovazione in Agricoltura (ALSIA). Regione Basilicata; Regione Siciliana - Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS); OSMER-ARPA-FVG - Osservatorio Meteorologico Regionale dell’ARPA -FVG; U.O Servizio Meteorologico e Rete Idro-Meteo regionale. Settore Tutela dai Rischi Naturali ARPA - Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Lombardia; Regione Abruzzo - Dipartimento Politiche dello Sviluppo Rurale e della Pesca - Centro Agrometeorologico Regionale; Ufficio Agrometeorologico Associazione Regionale dei Consorzi di Difesa della Regione Puglia (ASSOCODIPUGLIA); Servizio Agrometeorologia Regione Calabria (ARSAC); Arpae Emilia-Romagna, Servizio IdroMeteoClima; Dipartimento Sperimentazione e Servizi Tecnologici Fondazione Edmund Mach (FEM); ARPAS - Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna- Dipartimento Meteoclimatico; A.R.P.A.V. Dipartimento Regionale per la Sicurezza del Territorio - Servizio Meteorologico, U.O. Meteorologia; Centro Agrometeorologico Regionale - Regione Campania; Settore Fitosanitario e servizi tecnico scientifici - Sezione Agrometeorologia - Regione Piemonte; Settore Idrologico Regionale - Regione Toscana