1. ANDAMENTO CLIMATICO E AGROMETEOROLOGICO NELLE PRINCIPALI AREE AGRICOLE PIEMONTESI A cura di Giovanna Cressano, Tiziana La Iacona, Federico Spanna Regione Piemonte Forse mai come quest’anno, gli effetti del cambiamento climatico si sono manifestati sul territorio padano, e in particolare su quello piemontese, con grande intensità e persistenza. Siccità estrema e temperature elevate sono i due elementi che hanno fin qui dominato lo scenario meteorologico, un quadro eccezionale che ha ben pochi riscontri nel passato e che ha assunto toni drammatici nel corso della stagione produttiva. Si ricorda che già la scorsa estate era risultata assai più siccitosa del normale. Tuttavia un autunno più piovoso aveva lasciato sperare in un ripristino delle riserve idriche sia nel reticolato idrografico superficiale sia nelle riserve di falda. Già da gennaio invece l’anomalia pluviometrica negativa si è ripresentata con grande energia. La neve è caduta con grandissima parsimonia e gli accumuli alle quote alte dei bacini idrografici sono risultati del tutto insufficienti per poter assicurare una buona riserva idrica a lenta cessione. La situazione non si è modificata nei mesi successivi. All’anomalia negativa di gennaio si sono via via sommate anomalie di pari segno nei mesi successivi, portando progressivamente a condizioni cumulate di eccezionalità statistica. Solo nei mesi di maggio e, localmente in giugno, si è verificato qualche evento piovoso che però ha apportato solo un certo sollievo di breve-media durata, senza peraltro minimamente risolvere una criticità che ha assunto carattere cronico e che continua a registrare livelli di rischio elevatissimi. Le riserve idriche derivanti dagli accumuli nevosi sono terminate precocemente e i livelli dei deflussi idrici superficiali sono risultati sempre più ridotti, come pure i livelli delle falde acquifere. Nei primi mesi dell’anno le colture agrarie hanno comunque avuto uno sviluppo regolare, favorito anche dal buon andamento termico e dalla bassissima pressione epidemica causata da fitopatie. Le fasi fenologiche si sono manifestate con notevole anticipo rispetto alla norma a causa delle temperature generalmente sopra alla media. Tuttavia nei mesi successivi hanno iniziato a manifestarsi squilibri fisiologici che hanno portato a processi di crescita e produttività spesso non ottimali. La carenza idrica e le elevate temperature del periodo maggio-settembre hanno influenzato i processi di sviluppo, di traspirazione, di traslocazione linfatica e di accumulo dei fotosintetati. Confronto delle temperature medie mensili 1997-2022 presso la stazione di Nizza Monferrato - Periodo 01 gen - 30 set. Sono evidenziati i record minimi (verde chiaro) o i massimi (verde scuro) termici mensili, alcuni di essi eguagliati nel 2022. Nel 2022 evidenziati in giallo valori prossimi o superori di 3 °C rispetto alla media. Si noti la sequenza del quadrimestre maggio-agosto.