2. L’ANALISI DELLA MATURAZIONE DELLE UVE E LA LORO VALUTAZIONE A cura di Michele Vigasio Quest’anno il lavoro di valutazione oggettiva delle performance dei vitigni regionali, realizzato partendo dall’analisi dell’andamento meteorologico dell’annata (nel capitolo 1) e delle correlazioni agronomiche, fenologiche e sanitarie di ogni varietà (nel capitolo 3), è stato quanto mai complesso. Il motivo della difficoltà risiede anche nel fatto che seguiva il 2022, che avevamo definito addirittura “miracoloso” e verso il quale si sono rivolti, inevitabilmente, continui termini di confronto. E se l’anno scorso, come riportato nella precedente edizione, il lavoro era stato più ‘piacevole’ e ci aveva permesso di scegliere in modo uniforme le valutazioni tra quelle associate al numero di stelle più elevato nella nostra scala qualitativa, quest’anno, pur nell’ambito di una valutazione che nel complesso resta molto positiva, si è dovuto distinguere caso per caso all’interno di combinazioni varietà-areale viticolo raramente così variabili ed eterogenee nel loro risultato. Pertanto - per una scelta di serietà e credibilità che portiamo avanti dal 1992, seppur evolvendoci e migliorando nel metodo di valutazione - in molti casi si sono necessariamente dovute ‘spegnere’ alcune stelle, considerando anche che in molte Denominazioni confluiscono uve provenienti da zone completamente diverse, che si sono portate dietro, nel risultato, le conseguenze di una performance agronomica altrettanto differente. È stata quindi la stessa elevata variabilità del risultato, a differenza dell’anno scorso, a determinare l’abbassamento del voto medio. Nelle schede relative ai diversi vitigni, in ogni caso, sono state accuratamente riportate le differenze caratterizzanti le diverse zone, insieme ai risultati che hanno determinato, in modo da spiegare e rendere meglio comprensibili eventuali scostamenti dal voto medio che abbiamo dovuto assegnare, evitando di fare la fine dei famosi “polli di Trilussa”. Dobbiamo infatti ricordare, nell’ipotesi che questo voto medio possa sembrare poco rappresentativo per qualche areale o specifica situazione, che esso tiene conto di numerosi parametri oltre che, necessariamente, di un confronto interannuale. Del resto è proprio la storia di valutazioni meticolose, assieme alla rappresentatività dei vigneti sottoposti al monitoraggio che ci consentono di partire, nel nostro giudizio, da basi molto solide. Per quanto riportato riemerge sicuramente il tema che spesso ci siamo sentiti in dovere di anteporre quando il “voto” di alcune zone o della combinazione vitigno/zona fosse risultato meno positivo rispetto a quello di altre. Questo avviene spesso per l’incidenza di fattori meteorologicamente avversi diversamente distribuiti. Non possiamo pertanto qui omettere di ricordare, da un lato il fortissimo stress idrico che hanno dovuto affrontare i vigneti di molte zone dell’Astigiano e dell’Alessandrino, al quale si è associato – in aggravamento – un potentissimo (con quali effetti è ancora difficile dirlo) stress termico ‘fuori periodo’ con temperature prossime ai 40 gradi a fine agosto a “cuocere” letteralmente i grappoli e dall’altro le intense grandinate che hanno fortemente condizionato soprattutto quantitativamente, ma anche qualitativamente, la produzione di alcune Denominazioni, con estensione territoriale molto ampia. Infine al Nord il regime pluviometrico di piena estate molto intenso (il terzo dopo il 2002 e il 2014), che ha determinato complicazioni importanti nella difesa e nel perfetto completamento della maturazione al quale ci avevano abituati le ultime annate. Ribadiamo perciò, doverosamente, che anche una sola mezza stella in meno assegnata a una specifica zona o a un vitigno coltivato in un diverso areale regionale, non toglie niente alla considerazione del peso del durissimo lavoro Danni molto gravi da esposizione solare su uve Moscato che si compie in vigneto. (si veda la tabella 2.2 a pagina 13) Danni molto gravi da esposizione solare su uve Moscato