L ANNATA VITIVINICOLA IN PIEMONTE 2025 LA RISPOSTA DEL VINO PIEMONTESE A DAZI, NUOVI CONSUMI E MERCATI EMERGENTI A cura di Monica Massa Il mondo del vino si trova nuovamente ad affrontare tante criticit : dal cambiamento degli stili di vita e di consumo soprattutto da parte delle nuove generazioni, al fenomeno dei dealcolati, fino al calo delle vendite dovuto anche ai dazi USA. Per cercare di capire come si stia muovendo il comparto del vino piemontese abbiamo individuato alcune realt , differenti per struttura, numero di bottiglie prodotte e vini di riferimento, a cui abbiamo chiesto (parlando di dazi, fiere, guide vini ed enoturismo) quali strategie di mercato, di comunicazione e di promozione hanno messo in atto per affrontare queste nuove sfide. GRUPPO ARGEA Massimo Romani Amministratore Delegato di ARGEA, il primo gruppo privato di vino in Italia che riunisce otto cantine rappresentative di zone vitivinicole di sette regioni d Italia, fra le quali il Piemonte. L aiuto deve arrivare anche dalle istituzioni Il nostro comparto sta vivendo un momento difficile, per questo da parte delle istituzioni ci dovrebbe essere una maggiore consapevolezza della situazione, nel tentativo di arginare un problema che non riguarda solo il vino ma in generale tutto il Made in Italy che viene esportato in America e che in America da sempre molto apprezzato. Oggi prematuro fare delle valutazioni, sopratutto su quali saranno i prezzi nei prossimi mesi e questo non solo a causa dei dazi ma anche del dollaro che si svalutato pesantemente. Per questo c bisogno pi che mai in questo momento di un sostegno sistemico da parte del Governo e dell Unione Europea; poi il sistema come sempre sapr riadattarsi a questa nuova realt , ma nel breve periodo c bisogno del sostegno delle istituzioni. Un modo per cercare in parte di ovviare a queste difficolt sono le fiere, che comunque anche prima dell impatto dei dazi sono sempre state un momento importantissimo di incontro con il distributore e l importatore, per noi fondamentale. Quest anno siamo stati anche a Singapore e in Australia, perch l obiettivo presidiare tutte le fiere internazionali, comprese quelle dei mercati emergenti. Questa 5 53 attivit strategica e va perseguita con crescente impegno. In un momento come questo bisogna lavorare su tutte le leve strategiche, perch dobbiamo raggiungere anche quei canali che non si attivano attraverso le manifestazioni internazionali. Un obiettivo che costa: tempo, risorse, uomini, mezzi, organizzazione: su questo che serve un aiuto dal Governo. Il disequilibrio a cui assistiamo stato creato non dal mercato ma da un intervento politico, per cui chiediamo un supporto istituzionale. Aggredire i mercati emergenti pu servire ad arginare in parte il problema dei dazi; tuttavia proprio perch si tratta di consumatori culturalmente giovani riguardo al vino non facile raggiungerli attraverso il canale tradizionale delle fiere, ma occorre intercettarli dove loro sono abituati ad andare, in particolare sui canali social, in base alla loro cultura e il loro modo di considerare il vino. Questo richiede uno sforzo enorme perch ormai la comunicazione deve essere fatta su pi fronti e non soltanto con i punteggi delle guide. Dobbiamo abituarci ad avere diversi livelli di coinvolgimento in base al tipo di pubblico, che si molto diversificato. L immagine della cantina e la sua presenza sulle guide possono servire, ma solo se la recensione dell etichetta compare su una guida autorevole, fatta da una persona altrettanto autorevole che deve avere anche un seguito da parte del mercato. Non dobbiamo dimenticare che i pi giovani si informano soprattutto attraverso i social, quindi in questo caso bisogna adottare una comunicazione che passi per esempio attraverso un testimonial o influencer, a cui le nuove generazioni danno fiducia cos come i winelover tradizionali si affidano alle guide. In questo contesto diventa perci determinante il giudizio che l influencer fa passare attraverso i social della sua esperienza in quella determinata cantina. Sotto questo aspetto i vini piemontesi, ma in generale quelli italiani, beneficiano senz altro del marchio Made in Italy, dell eccellenza e della bellezza che essi rappresentano nel mondo, e anche incrementare l enoturismo pu senz altro contrastare almeno in parte le mancate vendite USA, i cui effetti ci saranno chiari solo a partire dal primo semestre 2026. Sappiamo bene che ci sono nuovi mercati, giovani anche dal punto di vista della conoscenza del vino; se prima potevamo permetterci di considerarli secondari ora non pi possibile ed necessario avvicinarli, ma per farlo bene bisogna mettere in campo molte risorse. Dobbiamo imparare a parlare la lingua dei consumatori di domani, puntando sulla piacevolezza e il carattere di convivialit del vino pi che al rigore delle