La celebre Scuola medica salernitana, espressione del sincretismo culturale generato dalla fusione di elementi del mondo antico, bizantino e islamico, che caratterizzò il Mezzogiorno d'Italia durante il Medioevo, si rifaceva alle dottrine umorali ippocratico-galeniche, secondo le quali a provocare una malattia è uno squilibrio all'interno del corpo umano tra i quattro umori in esso presenti: sangue, bile, flemma e strabile.
Anche la corrispondenza tra le piante medicinali e i pianeti faceva parte di un sistema medico universalmente accettato in Occidente, fino alla rivoluzione scientifica. Questa concezione medica si sviluppò nel corso della storia fino ad approdare nella Filosofia della Natura del Rinascimento, dove trovò una giustificazione teorica, rispetto a una visione globale del cosmo, e una pratica medica, comunemente accettata. C'è stato un tempo dunque in cui, per curare, si prestava attenzione agli influssi e ai moti di pianeti e astri, in quanto il corpo umano era considerato una replica in miniatura del sistema solare e in ogni parte anatomica si vedeva una corrispondenza con un segno e un pianeta.