Affrontando il tema del ruolo “comunicativo” dell’azienda enoturistica, è importante ricordare come, nella comunicazione attuale delle imprese del vino, ci sia ancora una forte focalizzazione sul prodotto, che spesso diventa un contenuto totalizzante.
La descrizione del vino e di come viene prodotto è ormai una sorta di ossessione. Il prodotto ha quasi sempre una centralità assoluta negli storytelling aziendali. Sembra che molti produttori vogliano farti capire in tutti i modi che loro sono bravi a produrre vino, come se ci fosse qualche tipo di pregiudizio nei loro confronti.
Quando cerchi di spostare un po’ l’attenzione sulla loro storia, sulle motivazioni che li hanno portati a produrre vino, sul territorio, sulle evoluzioni dei mercati, sui loro timori e speranze, molti produttori e manager diventano improvvisamente omertosi, quasi a disagio.
Si stupiscono per il fatto che tu non sia solo interessato ai loro vini.
Abbiamo deciso di soprannominare scherzosamente “momento fermentino” il punto della visita in cui il produttore o l’enologo orgogliosamente illustrano la loro “tecnologia fermentativa” pensando sempre di rivelare un segreto industriale assolutamente unico.
E che dire poi degli affinamenti, delle tipologie di barrique e di tonneau che nei racconti assumono il ruolo di eroi della cantina? Tutti i tentativi per fare uscire il produttore da quel tunnel narrativo naufragano sempre irrimediabilmente.
La descrizione del vino e di come viene prodotto è ormai una sorta di ossessione.