L’ORO LIQUIDO
NELLA STORIA

CAPITOLO 6

Dal Paleolitico a oggi l’olivo ha accompagnato tutte le civiltà più significative della storia. Come scrisse lo storico greco Tucidide: “I popoli del Mediterraneo sono usciti dalla barbarie quando hanno imparato a coltivare l’olivo e la vite”. Per secoli e secoli l’olio ha rappresentato un ricercato condimento a tavola, e al tempo stesso un valido medicamento in una farmacopea non certo ricca di presidi; un cosmetico molto apprezzato e un ottimo combustibile per le lucerne; e ancora, per il suo forte significato simbolico, un elemento essenziale in diverse funzioni religiose.

L’OLIVO E L’UOMO: UN CONNUBIO ANCESTRALE

L’olivo: pianta sacra da sempre, simbolo di vita, vittoria, saggezza, pace, forza e onore per la sua maestosa solidità, per la bellezza dei suoi rami, per la capacità di rigenerarsi dopo ogni ferita. Gli uomini primitivi usavano il legno resistente dell’olivo selvatico per costruire utensili e raccoglievano i frutti come scorta di cibo e per ottenere un liquido untuoso, profumato e benefico. Quando, circa 9000-8000 anni fa, le popolazioni semi-nomadi dell’Europa meridionale trovarono in Mesopotamia il clima adeguato per sopravvivere, costruire villaggi permanenti e iniziare a seminare e allevare, ponendo così le basi per la nostra civiltà, l’utilità dell’olivo fece sì che fosse una delle prime piante a esser addomesticata e coltivata. Ed esso proliferò e continuò per secoli a servire l’uomo con i suoi straordinari prodotti.

La sua rilevanza è testimoniata in moltissimi scritti e aneddoti del passato. Omero fece costruire al re di Itaca un letto nuziale intagliato in possente e solido olivo, a benedizione dell’amore per Penelope, la quale poté riconoscere il suo amato, dopo anni di lontananza, proprio quando Ulisse dimostrò di conoscere questo particolare: “Chi potrebbe altrove portare quel letto? […] Nessuno fra gli uomini, vivo, mortale, nel vigor dell’età, riuscirebbe facilmente a rimuoverlo, perché un grande segreto è in quel letto, soltanto da me costruito. Dentro il recinto un olivo sorgeva di fronde fitte, fiorente: sembrava il suo tronco una grossa colonna; intorno ad esso il talamo feci”.

Secondo la mitologia greca, la pianta fu creata e regalata agli uomini da Atena, dea della sapienza. Nella competizione con il dio Poseidone su chi dovesse diventare la divinità protettrice dell’Attica, la dea fece nascere un olivo da una roccia, mentre Poseidone fece arrivare dal mare un animale maestoso mai visto, il cavallo. Gli ateniesi scelsero il dono di Atena, perché avrebbe garantito legname, ma soprattutto olio per nutrirsi, medicarsi e illuminare le case, con l’auspicio di costruire pace e prosperità.

In Grecia era considerato sacro e danneggiarlo era un reato punibile anche con l’esilio e la morte. Sotto un olivo nacquero Romolo e Remo, fondatori della gloriosa Roma. Per ricordare il primo re della città eterna, i romani mantennero l’uso di ornare il capo dei cittadini più virtuosi e rispettati con una corona di foglie di olivo.

Nella Bibbia l’olivo, citato una settantina di volte, rispecchia la tradizione ebraica, che lo identifica come l’albero della sapienza, nato col cedro e il cipresso dai tre semi magici della pianta della Conoscenza del Bene e del Male. La dottrina cristiana lo adotta come simbolo di pace, di rigenerazione e di riconciliazione con Dio. In numerosi passaggi della religione ebraica e soprattutto cristiana si ritrova questa pianta sacra: la colomba che torna da Noè tiene nel becco un ramoscello di olivo; Gesù è accolto dai fedeli con rami di olivo e trascorre le sue ultime ore nell’orto del Getsemani, ancor oggi esistente e custode di straordinari olivi millenari. Il mašíaḥ, “Messia”, o Χριστός, “Cristo”, è l’Unto per eccellenza, scelto da Dio per redimere l’umanità. L’unzione con l’olio di oliva, di origini antichissime, assume una funzione cardine nel cristianesimo. Anche l’Islam attribuisce all’olivo un significato straordinario: si tratta dell’albero cosmico, che rappresenta Dio e la sua luce, alimentata proprio dall’olio dei suoi frutti. Disse il profeta Maometto: “Mangiate l’olio d’oliva e massaggiatevi (con esso) il corpo, poiché si tratta di un albero benedetto”.

Se dunque sacra è la pianta, ancora più sacro è il succo che deriva dai suoi frutti, insostituibile prodotto dalle diverse utilità: come alimento altamente nutritivo, medicamento, cosmetico, simbolo per riti o funzioni religiose, dalla divinazione all’imbalsamazione, dall’investitura di un sovrano alla cerimonia in onore di un atleta, dal battesimo all’unzione degli infermi.