rum, questione di stile
Davide Staffa

Le tradizioni dei paesi di lingua inglese, francese e spagnola sono state all’origine dei differenti stili produttivi del rum. Oggi regole differenti creano un panorama variegato dentro il quale l’appassionato si orienta alla ricerca del distillato su misura per lui. Il vero fascino è la scoperta di un gusto tailor made.

Il rum è “la bevanda spiritosa ottenuta mediante fermentazione alcolica e distillazione di melasse o sciroppi provenienti dalla fabbricazione dello zucchero di canna, oppure di succo della canna da zucchero, e distillata a meno di 96% vol., cosicché il prodotto della distillazione presenti in modo percettibile le caratteristiche organolettiche del rum” (regolamento CE 110/2008).

Da queste poche righe si arguisce che il rum nasce dalla fermentazione e distillazione del succo vergine di canna (detto anche vesou), oppure di quanto rimane dopo l’estrazione dei cristalli di zucchero, la cosiddetta melassa. Quest’ultimo processo è il più diffuso.

A proposito degli stili produttivi che contraddistinguono l’origine del distillato, e in un certo modo lo identificano a livello geografi co, nei Caraibi hanno convissuto tre grandi tradizioni, proprie dei paesi di lingua inglese, spagnola e francese. Tecniche di fermentazione e distillazione differenti si traducevano in prodotti dalle caratteristiche diverse: il rum inglese appariva scuro, deciso e corposo, più forte rispetto al dorato e morbido ron spagnolo; molto simile a un Cognac, con tratti di eleganza, struttura e finezza il rhum di scuola francese. Inoltre, i paesi di lingua inglese e spagnola partivano dalla melassa, quelli francofoni impiegavano anche il succo puro di canna.