dieci regole d’olio
Luigi Caricato

Un decalogo per orientarsi con maggior disinvoltura nella scelta di un olio extravergine, cercando di interpretare e salvaguardare l’irrinunciabile qualità.

Sono anni e anni che seguo gli oli ricavati dalle olive. Ho scritto tanti volumi e una miriade di articoli. Recensendo anche migliaia e migliaia di extra vergini. Posso dire di aver contribuito, da pioniere, a dare luce e valore a un prodotto che non ha mai avuto la giusta considerazione – giacché relegato al ruolo di generico condimento, non di alimento chiave e determinante. Oggi è diverso, ne parlano in tanti, anche se resto della convinzione che siano ancora in pochi a conoscerne concretamente l’esatto valore, prova ne è il criterio di scelta davanti allo scaffale: ossia, il prezzo più conveniente tra tutte le referenze in offerta.

Ecco dunque la necessità di capire come approcciarsi a un olio. Non è sufficiente sostenere che un olio extra vergine di oliva sia di qualità, occorre che tale qualità sia vissuta e partecipata nel migliore dei modi. Nonostante le molteplici attenzioni riposte negli oliveti, durante la coltivazione, e successivamente in frantoio, nell’atto della spremitura, la grande maestria di chi produce e confeziona un olio non è sufficiente per mantenere integre le proprietà originarie di un olio da olive. Nel momento in cui il consumatore entra in possesso di una bottiglia d’olio, è chiamato anch’egli a fare la sua parte per mantenere inalterate le caratteristiche del pregiato succo di olive.

Di conseguenza, è bene seguire tutti i consigli utili per un impiego corretto ed efficace. Da qui i miei dieci punti, pensati per interpretare e salvaguardare la qualità. Se ne parlerà anche alla quarta edizione di Olio Officina Food Festival 2015 (Milano, Palazzo delle Stelline, 22-24 gennaio). I sommelier possono farsi interpreti e diffusori di tale decalogo.