amore e olio
Luigi Caricato

Può l’olio alimentare l’Eros? Esiste davvero una stretta e concreta relazione? O invece si deve ricondurre tutto a un piano meramente simbolico? Scopriamolo insieme.

Non sappiamo se ci sia una reale e profonda connessione tra eros e olio, è un terreno tematico assai scivoloso, tuttavia nel corso della quarta edizione di Olio Officina Food Festival che si è conclusa a fine gennaio a Milano il pubblico è rimasto stupito e affascinato dalla proposta del filo conduttore del festival, incentrato sull’olio che alimenta l’eros. Ogni visitatore ha potuto appurare che un tema a prima vista poco conciliante con la sfera alimentare sia in realtà intimamente legato. A parlarne sono arrivati in tanti, in rappresentanza delle diverse figure professionali. Avere avuto a disposizione robusti apporti di pensiero a largo raggio, implicando vari saperi e professioni intellettuali, è stato quanto mai coinvolgente. Si è andati dall’antropologa Daniela Marcheschi alla psicoterapeuta Deborah Mazzanti, dalla teorica e filosofa del linguaggio Rosalia Cavalieri (sommelier AIS siciliana) allo storico dell’agricoltura Alfonso Pascale, fino a comprendere la scrittrice Giuseppina Torregrossa, lo chef Shekkar Reikki, i maestri di cucina Giuseppe Capano, Simona Lauri e Giovanna Ruo Berchera. I loro interventi hanno aiutato molto a comprendere la stretta relazione che esiste tra cibo ed eros. L’olio, essendo a sua volta un elemento aggregante, che unisce e amalgama le varie materie prime, ha interpretato la parte da protagonista, soprattutto nella sezione più strettamente legata alla cucina. Insomma, quando si dice eros, non si può in alcun modo prescindere dal cibo, tanto meno dall’olio. Ad Olio Officina Food Festival c’erano anche mostre d’arte ispirate al tema, molto intriganti, con xilografie di grandissimo formato. L’accostamento di cibo ed eros non implica, tuttavia, solo un legame di natura metaforica. Il linguaggio non tradisce mai. “Se il verbo ‘consumare’ si riferisce sia al matrimonio sia al pasto - ha riferito Rosalia Cavalieri - è perché in molte lingue lo stesso termine indica tanto l’atto sessuale quanto quello di mangiare.”