Mario è l’amico di una vita, compagno di mille avventure enologiche. È onnipresente ogni qual volta si parla, si scrive e si vive di vino. È sempre al mio fianco, nei lunghi viaggi in auto, quando passeggio tra i filari dei vigneti o gironzolo lungo i corridoi delle cantine. Mario non ha paura dei chilometri, dei climi e delle temperature più invivibili.“Ho visto cose che voi umani...”, ripete spesso, con un brillio astuto negli occhi grigio- azzurri. Ed è vero. Ha visto scenari meravigliosi e insoliti, come l’affascinante panorama dei vigneti di Manduria sotto una coltre di neve. Oppure quadri altrettanto suggestivi, ma meno graditi sul piano della sopportazione fisica, come quando si è arrampicato, boccheggiando, tra i ripidi filari del Kastelaz a Termeno, in un torrido pomeriggio di luglio dell’infernale 2003.
Ha sfidato la forza del vento freddo, capace di penetrare nelle ossa, tra le vigne dell’Altenberg a Bergheim, in Alsazia. Ha conosciuto la pioggia della Borgogna, il sole delle Langhe, il vento di Pantelleria. Ha sofferto di vertigini in cima alle vigne delle Cinque Terre, della Valtellina, della Mosella. Mario vive dentro i miei bicchieri, dentro la mia penna quando prendo gli appunti di degustazione. Mi accompagna a casa, quando ho bevuto un bicchiere di troppo. Mario è mio amico, ma potrebbe essere amico di tutti voi. Rappresenta l’alter ego con cui condividere passioni, suggestioni e discussioni. Anima fraterna e contrastata. Un giorno complice, l’altro nemico. Con Mario ho condiviso grandissime emozioni davanti a un Nebbiolo, un Sangiovese, un Riesling, un Pinot Nero.