ora sono un travelling winmaker
Riccardo Antonelli

Diario di bordo di un giovane enologo a caccia di vendemmie approdato in Nuova Zelanda.

Raccolgo i pensieri, raccolgo i bagagli.

Ho ventitré anni, una laurea in Enologia che potrei definire rispettabile (109/110), due vendemmie di esperienza come Assistente Enologo, un diploma da Sommelier e non trovo lavoro in Italia; una nazione che, nel mio ambito, è qualitativamente ai vertici mondiali e dove ogni Enologo vorrebbe fare esperienze. Purtroppo, a causa del difficile periodo di crisi economica, le aziende non hanno soldi per assumere giovani apprendisti e, se voglio continuare a sperare che gli studi fatti mi offrano un lavoro in futuro, devo chiudere questa grande valigia, baciare la mia ragazza e salutare la mia famiglia. Dopo aver “sparato” il mio curriculum come una raffica di pallottole in giro per le cantine più rinomate dell’emisfero australe, affronto una buona dose di dura realtà con centinaia di risposte negative (ho poca esperienza), ma con mia grande gioia raccolgo anche molti consensi e l’imbarazzo della scelta mi fa sentire come conteso da molte belle ragazze. Credo di aver scelto la più ambiziosa: questa “ragazza” vive in Nuova Zelanda, stato che non conosce crisi e che assume numerosi giovani coraggiosi da tutto il mondo a una sola condizione: la meritocrazia.


La Nuova Zelanda è un territorio a “stivale” come il nostro - ma rovesciato - e situato esattamente dalla parte opposta del globo, nell’emisfero australe, dove l’uva matura in marzo, consentendo a te, giovane volenteroso (a dispetto di chi ci definisce “bamboccioni”), di seguire due vendemmie in un solo anno, una volta rimpatriato.

Parto per la terra degli opposti: dove, quando qui si dorme, lì si lavora, dove si guida a destra tenendo la corsia di sinistra, dove le felci sono alberi anziché cespugli, dove la vita scorre lenta, non c’è traffico e nessuno ruba niente.