Alter Ego 2012. C’è del rosso porpora e del rubino, poi un riverbero rosso ciliegia; si nota densità di colore, gioventù cromatica: certi passionist
médocien sono convinti che sia il riflesso del merlot. Mostra una dolcezza di tostatura di legno che ancora non lascia spazio alla vaniglia, la presenza
fruttata (succo d’arancia rossa) sta varcando la soglia e l’amaricante di turno triangolarizza un po’ di lemon grass, una punta di peperone verde e una
goccia di resina di pino. Ha volume tannico balsamico e succoso, sostenuto da un alcol che ricama una sospinta sapidità, insaporita da un flavour di
ciliegia in via di maturazione.
Alter Ego 2008. Un mondo colorato di granato si lascia irradiare con ritrosia dai raggi luminosi, c’è una concentrazione tinteggiante e una sponda rosso rubino. Il naso affonda nel bevante e incontra effluvi molto speziati, una polverizzazione di pepe nero, ginepro e noce moscata. I due attori, merlot e cabernet sauvignon, gareggiano per primeggiare all’olfatto, ma è nella loro fusione che impreziosiscono le fronde fruttate della mora di gelso, innalzandone l’eleganza con un accenno di legno di pino. La consistenza liquida è ondulante, prima pizzica (pepe), poi lenisce (red fruit jelly); il tannino si fa femmina: che sia una virago? Finale rugginoso e argilloso.