il ruolo del suolo
Roberto Cipresso

Tra gli elementi che compongono il terroir, il suolo è forse quello che determina in modo più incisivo il patrimonio identitario dell’uva e, di conseguenza, il profilo del vino.

Dopo aver trattato nei numeri scorsi il vento (irruente, instabile e incostante) e l’acqua (fonte di vita, linfa che guizza, fluido che avvolge), è questo il turno della madre terra. Terra indubbiamente generatrice, femminile come fonte di vita, e maschile come il lavoro che richiede e la fatica che strappa. Da sempre simbolo di radici, di attaccamento, di abitudini ripetute, di legami familiari, culturali e sociali, in contrapposizione quindi con il vento e l’acqua, cui sono maggiormente connessi il movimento e l’idea di viaggio o di spostamento. Il suolo è un fattore imprescindibile per ogni genere di agricoltura, vincolante nella sua composizione soprattutto per la coltivazione delle specie arboree, fisse nello stesso posto per anni, decenni, talvolta secoli interi. Tra tutti gli elementi costitutivi del terroir, è forse il più caratterizzante, il più determinante, quello maggiormente in grado di imprimere il proprio marchio sulla natura dell’uva e del vino.

Quando parliamo di suolo, mi sovvengono tre definizioni che, nella mia mente e nel mio cuore, avranno sempre un posto di rilievo: in primis, perché coloro che le hanno pronunciate mi sono cari per motivi diversi, dal punto di vista umano e professionale; in secondo luogo, perché contribuiscono, ognuna a suo modo, a descrivere questo fattore così essenziale.