Per fare la birra nulla è più adatto dell’orzo, tuttavia nell’articolato panorama brassicolo mondiale vi sono diverse birre che accanto a esso impiegano cereali diversi, dal frumento alla segale, dall’avena al farro.
birra
ART(igianale)
Riccardo Antonelli
“Che cos’è il genio? È fantasia e intuizione, decisione e velocità d’esecuzione”, diceva il giornalista Perozzi, interpretato da Philippe Noiret, nel film Amici miei di Mario Monicelli. Trovo interessante estrapolare questa citazione e riproporla nel tema delle grandi birre artigianali di qualità. Che cos’è la birra artigianale? Argomento spigoloso e di non facile capigliatura. Da poco mi sto spostando dall’enologia verso questo mondo dinamico e in continua evoluzione, che non segue logiche tradizionali proprio in virtù dello svincolo storico che ha in Italia. Birra, o meglio, birre. Non esiste infatti la birra, ma esistono molteplici birre. Decine e decine di stili birrari e, quindi, di tipologie con propri caratteri aromatici di distinzione, fondamentali da conoscere per una degustazione o un corretto abbinamento. Birre artigianali italiane, dicevamo, libere da tradizioni da seguire e libere di scegliere il proprio cammino. A volte, vedendo il fervore e l’entusiasmo di certi Mastri birrai, ho la netta sensazione di essere ben centrato nella storia. Noi birrai stiamo scrivendo oggi la nostra storia; è facile rendersi conto del cambiamento dando uno sguardo al movimento sempre crescente di birre artigianali, nonché al fermento reale e stupefacente che si rinviene nei consumatori (escludendo quei consumatori, tipo: “Ah, tu fai birra artigianale? Che bello! A me piace molto, ho assaggiato giusto ieri la birra X 19-43-78… luppoli”. La birra artigianale è ben altro, senza nulla togliere al genio del marketing che ha ideato questa vincente campagna industriale).
Partiamo dagli inizi: è doveroso parlare del “papà” della birra artigianale in Italia, colui che per primo ha scosso il mondo enologico con i suoi prodotti a base di malto, illuminando la deprezzata sfera della birra; parlo di Teo Musso e della sua Baladin. Era la prima metà degli anni Novanta quando a Piozzo, nelle terre del Barolo, iniziava a farsi strada un giovane che produceva birra nel suo locale di mescita. Grande spirito imprenditoriale e convinzione nel prodotto gli hanno permesso di scalare, un passo alla volta, le vette di quello che allora era a tutti gli effetti un “non-settore”. Dai primi anni del Duemila iniziarono a crescere altri microbirrifici in grado di ritagliarsi uno spazio, creare competizione e affermare una nuova categoria di prodotti. Nasceva la birra artigianale italiana. Di che cosa si tratta? E in cosa si discosta dai nomi delle grandi industrie esistenti?