il garbo, valore
intramontabile

Armando Castagno

Sono passati più di trent’anni dalla prima vendemmia del San Leonardo nella sua versione moderna. Eppure, a distanza di tutto questo tempo, la circostanza che più colpisce l’osservatore attento che presti attenzione alla vicenda di questo vino è sempre la stessa: il fatto che del progetto iniziale molto, quasi tutto, sia rimasto immutato. Non certo cristallizzato, non prigioniero di un’idea che non si ha la voglia o l’umiltà di ridiscutere, tutt’altro. È che quello avviato da Carlo Guerrieri Gonzaga nel 1974 fu un progetto prima di pensiero che di calcolo, e negli stessi valori sui quali si puntò all’epoca si crede ancora adesso. Così, nel panorama dei vini italiani di respiro internazionale, il suo rosso più importante ha sempre conservato un’immagine di eleganza fuori dalle mode. Verrebbe anzi da dire che, mentre il suo sistema estetico rimaneva fermo, il volubile mondo del vino gli girava attorno, per tornare poi al punto di partenza apprezzando di nuovo, da qualche anno e per fortuna, valori come l’armonia, la classe, l’incisività, che non significa, sterilmente, “peso”. Nessuna metaforica prigione, dunque, nonostante l’eremita san Leonardo di Noblac, cui è dedicata l’antichissima chiesetta all’interno della proprietà, sia – l’abbiamo imparato preparando questo servizio – il patrono dei prigionieri e degli incarcerati, e con una catena in mano è stato sempre raffigurato. Abbiamo però appreso di lui che è anche il patrono delle partorienti e degli agricoltori, ed era pur sempre un francese, tutte circostanze queste che ne fanno il dedicatario ideale di un vino. Interpretazione del “taglio bordolese” tra le più colte ed eleganti del mondo, il grande vino dei Guerrieri Gonzaga meritava dunque questa nostra indagine. Nelle intenzioni, essa è insieme approfondimento specifico e omaggio generale ai suoi valori fondativi, rari da reperire tutti insieme, e quanto mai preziosi: profondità storica, coerenza e cultura, estro e coraggio, universalità di linguaggio e radicamento territoriale, garbo nel porgersi, personalità nel raccontarsi.

La Tenuta San Leonardo è un feudo di trecento ettari, di cui i nove decimi a bosco.