autori

Antonello Maietta

Romagnolo di nascita per caso, da mamma ligure e papà campano. Si iscrive ai corsi dell’AIS appena diciottenne non solo per passione, ma per evitare di collezionare brutte figure con i clienti del ristorante di famiglia a Porto Venere, dove collabora nei momenti liberi dagli studi di economia all’Università di Pisa. Resta fatalmente attratto dal mondo del vino e trasforma un’esigenza momentanea in un’attività professionale che lo porta, nel 1990, a vincere il titolo di Miglior Sommelier d’Italia. Dal novembre 2010 è Presidente nazionale dell’AIS. È autore di numerosi articoli e del volume Vini di Liguria, Vinidamare.


Marco Starace

Millesimo: 1965. Segno zodiacale: Ariete. Passioni: vino, sigari, cioccolato, viaggi. Dal 2000 si interessa in modo professionale di tutto ciò che fermenta: vino, formaggi, tè, tabacco. Conseguito il diploma di catador nel CCA, diventa relatore ufficiale del Club Amici del Toscano con oltre trecento degustazioni in attivo. Dal 2010 è consigliere nazionale AIS e responsabile del progetto “Il sommelier del sigaro”. Esperto di marketing territoriale, presta la sua opera a Enti e aziende per l’organizzazione di eventi e fiere. D’estate si gode splendide serate tra vino e sigari sulla magnifica terrazza dell’albergo di famiglia a Ischia.


Roberto Bellini

Incontra professionalmente il vino nel 1977, e da allora non lo lascia più. Dirige un’azienda chiantigiana per molti anni. Nel frattempo segue la formazione AIS, aggiornandosi anche con Master specifici su Whisky e Champagne, nonché con il seminario d’ammissione all’Istituto Master of Wine. Più volte consigliere nazionale AIS, componente della Giunta Esecutiva Nazionale e Vice Presidente (1999- 2002, e dal 2010). Collabora con riviste specializzate e scrive di vino, come Toscana Libera Terra di Vino (1999), Champagne e Champagnes (2009). Nel 2005 è il primo italiano a vincere il titolo di Ambassadeur du Champagne Italie.


Morello Pecchioli

Nasce sotto i colli di Custoza in un’annata eccezionale per i vini: corpo pieno, equilibrio perfetto, magnifica razza, carattere marcato. Giornalista appassionato di storia, fa il pendolare tra presente e passato scrivendo di entrambi. Goloso e curioso, trasforma i peccati di gola e la passione per i viaggi in pagine per “L’Arena” di Verona. Archeogastronomo, adora scavare nella sua biblioteca che occupa uno studio, due camere da letto, una taverna e due garage e ha 7 metri di scaffali di libri di enogastronomia (33 centimetri scritti da lui). Schiavizzato da Edoardo Raspelli, ha collaborato alla Guida dell’Espresso e scrive per alcune riviste di cibo e di vino. A luglio del 2016 è stato insignito del Riconoscimento Speciale “per la narrazione enogastronomica” del Premio Internazionale Ischia di Giornalismo.


Roy Zerbini

Appenninico di nascita, non ha toccato alcol fino a ventuno anni. Arriva al vino tra Brisighella e Strada Casale, in quella parte della Romagna dove il dialetto è pura sinfonia della quotidianità. In Friuli impatta definitivamente nelle pericolose spirali dei figli di Bacco e si immedesima d’un botto nei fantastici intrecci del corso per sommelier, costruendo intorno a quella filosofia una proiezione di vita sempre più lontana dagli studi d’economia. È continuamente in viaggio nei continenti del bere, collabora con molti professionisti della ristorazione, scrive quando non ha niente da fare.


Giorgio Demuru

Nato a Sassari nel 1971, anno del conferimento della prima Doc sarda alla Vernaccia di Oristano, vive ad Alghero e per una ventina d’anni indossa la giacchetta nera (allora erano così), armeggiando con fischietto o bandierina. Tornato a Sassari, dove lavora presso il Comune, nel 2007 rimane folgorato dalla sommellerie e passa dall’AIA (Associazione Italiana Arbitri) all’AIS, con relativo adeguamento del girovita. Sommelier dal febbraio 2011, inizia a scrivere per il sito AIS Sardegna e dal settembre 2014 ne assume il coordinamento, avendo la fortuna di essere circondato da molti validi collaboratori.


Nicola Bonera

Millesimato 1979, ma per mese di nascita vendemmiato probabilmente nell’emisfero australe. Dopo il trasporto del mosto appena svinato in cella frigorifera verso la provincia di Brescia, intraprende gli studi presso l’istituto alberghiero, dove si imbatte nei primi conoscitori di vino; l’argomento lo entusiasma e il passo verso i concorsi è brevissimo. Adottato, lavorativamente parlando, prima dal comprensorio del lago di Garda e poi dalla Franciacorta, negli anni recenti ha ampliato il raggio d’azione, comunicando il vino e tutto ciò che vi ruota attorno, ma conservando le sue passioni: Lego, Riesling e tavolate con gli amici.


Federico Graziani

Di Ravenna, classe 1975, è il Miglior Sommelier d’Italia, con un po’ di fortuna, nel 1998. Ha lavorato nelle cantine di Gualtiero Marchesi, Carlo Cracco e Aimo e Nadia; bravi tutti, ma lo spezzatino di Nadia rimane imbattibile. Laureato in Viticoltura ed Enologia a Milano, ha scritto Vini d’Autore (2008), Grandi Vini di piccole cantine (2012), Grandi Vini d’Italia (2013) e Storie di Vino e Cucina (2015) con l’amico Marco Pozzali, e l’Atlante geologico dei vini d’Italia (2015) con Attilio Scienza.. Da un lustro collabora con Feudi di San Gregorio e custodisce una vigna centenaria sull’Etna, Profumo di Vulcano. Ha una moglie spettacolare, Annette, e un cane di nome Latash. Non ricorda una giornata della sua vita senza una fetta di salame.


Valerio M. Visintin

Cronista gastronomico dal 1990, attualmente recensisce ristoranti per le pagine del “Corriere della Sera”. Quelle cartacee del Tempo Libero e dell’inserto ViviMilano e, dal 2009, quelle internettiane del blog mangiare.milano. corriere.it. Nel frattempo, ha pubblicato una lunga serie di guide ai ristoranti e qualche libro di narrativa: L’ombra del cuoco (2008), Il mestiere del padre (2011) e Osti sull’orlo di una crisi di nervi (2013). Crede fermamente che i critici gastronomici debbano mantenere l’anonimato nell’esercizio delle loro funzioni. Perciò, nessuno conosce il suo volto. E nelle occasioni pubbliche, si presenta con il volto coperto da un passamontagna.


Luca Ferron

Annata 1986, una di quelle divenute celebri per il Barolo o il Saint-Émilion Grand Cru. Laureato in Filologia moderna, è un raro esemplare di “sommelietterato”, esperto negli abbinamenti libro-vino. Vanta un trascorso da insegnante nelle scuole superiori e da animatore nei villaggi turistici, grazie ai quali ha scoperto la bellezza del Sud Italia. Completamente astemio fino al 2013, si avvicina al mondo del vino grazie a uno stage presso una cantina trevigiana, ed è amore al primo sorso. Nel tempo libero ama giocare a calcio e viaggiare a bordo della sua Vespa.


Riccardo Antonelli

Nasce a Terni nel 1990. Studia Enologia e Viticoltura all’Università degli Studi di Perugia, dove si laurea primo del corso nel 2013. Fedele all’ideologia di Soldati “Il vino è la poesia della terra”, accompagna la poesia al vino e pubblica la sua prima raccolta Note di un Cellulare. Sommelier AIS dal 2014, inizia a “collezionare vendemmie” in giro per il mondo, arrivando a concluderne tre nello stesso anno, in tre paesi diversi. La grande passione per tutto ciò che fermenta lo fa spostare verso il mondo brassicolo, e dopo un master in Brewing Technologies, è oggi Mastro Birraio, ammiccando sempre, però, al primo amore enologico.


Luigi Caricato

Scrittore e giornalista, si definisce “oleologo”, termine da lui stesso coniato, in seguito accolto nella banca linguistica della Treccani e in quella dell’Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo. Con il progetto “Olio Officina” si propone di sviluppare un laboratorio di idee aperto a tutti, incentrato sul rapporto tra sostanze grasse e altri alimenti. Tiene conferenze e lezioni in tutto il mondo e collabora con varie testate giornalistiche italiane ed estere. È inoltre autore di numerosi volumi dedicati all’olio extra vergine di oliva. Tra le più recenti pubblicazioni: Olio: crudo e cotto (2012) e Libero Olio in libero Stato (2013).


Fabio Rizzari

Giornalista professionista, ammesso che il giornalismo del vino si possa definire professionale. Per puro caso e certo non per scelta consapevole si è ritrovato a collaborare negli ultimi due decenni con pressoché tutte le testate del settore, da Veronelli Editore (“Ex Vinis”) al “Gambero Rosso”, per il quale ha ideato e condotto anche diverse trasmissioni dell’omonimo canale televisivo, fino all’“Espresso”, per il quale attualmente cura la guida I Vini d’Italia insieme a Ernesto Gentili. Viene da disordinati studi musicologici, e si vede bene per la preoccupante frequenza delle citazioni musicali nei suoi scritti.