Paradiso di instancabili fungaioli e trifolai, tra credenze, riti e superstizioni, il bosco cela gelosamente le sue gemme più preziose.
gioielli
della terra
Morello Pecchioli
Sono un fungaiolo epicureo. Appassionato, non sfegatato. È vero, quando parto per la cerca m’ingrullisco: indosso un giubbotto mimetico senza maniche, con dieci tasche davanti e due saccocce dietro, dove m’illudo di nascondere i funghi che eccedono il peso permesso. Nelle tasche zippate tengo, ben divisi, coltellino con lama seghettata ricurva e spazzola; bussola; cellulare; coltello svizzero completo di tutto, perfino di pinzette per francobolli; cavatappi a vite per la bottiglia di Bardolino; portafogli; fazzoletto; tre monodosi di collirio; chiavi principali dell’auto; chiavi di riserva dell’auto (non si sa mai). In una mano tengo il cestino, nell’altra il bastone, sulle spalle lo zaino, in testa il berretto fatto a vasino da notte rovesciato. Se mi vedessero Qui, Quo, Qua, i nipoti di Paperino, mi prenderebbero per il Gran Mogol delle Giovani Marmotte.
Non sono tra quelli che si alzano prima del sole e che fanno concorrenza a Messner inerpicandosi su pendenze del 45 per cento o sui sentieri più impervi dei boschi montani. Il sottoscritto adora cercare i funghi che siano due volte buoni: ottimi commestibili e facili da trovare.
Prima di immergermi tra larici, abeti, faggi o latifoglie, io e gli amici di zingarate micologiche ci pappiamo regolarmente un paninazzo con la mortadella che ci dà una bella carica. E se il bosco, a fine mattina, si rivela avaro e ci nega finanche uno steccherino, non ci arrabbiamo. Abbiamo pronto il piano B: cercare la miglior trattoria della zona, farci servire una lasagnetta con i porcini, una trota con insalatina di prataioli o un filetto ricoperto di finferli.
Un paio di autunni fa, in Toscana, dalle parti di Serre di Rapolano, non abbiamo trovato una mazza (di tamburo), in compenso ci siamo consolati con fegatelli di maiale e cappelli di sanguinelle (Lactarius deliciosus) ai ferri da sballo. Il tutto abbinato a un Morellino di Scansano intenso al naso e asciutto in bocca.