Una delle mie fissazioni, degna forse di miglior causa, è provare a smontare i luoghi comuni. Nel mondo del vino non ce ne facciamo mancare quasi nessuno, ma anche fuori del nostro piccolo orto se ne alimentano centinaia. Nella musica la convinzione di molti è che qualcosa di divertente succeda soltanto nel Novecento. Prima ci sarebbe stata unicamente una successione di secoli noiosi, dove i musicisti si prendevano troppo sul serio o comunque morivano come mosche giovanissimi.
Se questo pregiudizio riguarda il barocco, il classicismo, il tardo Ottocento, figuriamoci cosa può pensare l’ascoltatore medio della musica medievale: una palla di fango indigesta dalla quale fuggire a gambe levate. Medioevo uguale nenie keniote da chiesa, lugubri cori di monaci, rumori gracchianti di qualche strumento arcaico, più simile a una grattugia che a qualcosa che produca suoni piacevoli.
Cripte, buio, peste bubbonica, gente che si lavava due volte nella vita, cibi avariati, finestre di carta, freddo implacabile, predicatori religiosi invasati. Certo, anche assenza di telefoni cellulari, il che è forse un vantaggio sufficiente da solo a controbilanciare tutti i problemi citati.
Anche in questo caso le cose stanno molto diversamente. Pure senza internet, iPhone e discoteche, le persone erano capaci di divertirsi. Di più: erano capaci di scelte e atteggiamenti che a noi, a distanza di quasi mille anni, sembrano sorprendentemente moderni e familiari. Credete che le avanguardie libere, in aperta rottura con gli schemi della società, bohémien, iconoclaste, ironiche quanto i dadaisti o i surrealisti, siano esclusivo appannaggio della nostra epoca?
Errore grave. Anche nel Medioevo, guarda un po’, non mancava la percezione della modernità, e di più: la sua deformazione dissacratoria.
Negli anni ’60 e ’70 del 1300 si formò in Francia una confraternita di musicisti che si definiva fumeurs, fumatori. “Essere in un fumo” era la condizione per scrivere musica, vedersi, suonare, esprimere la loro visione della società. Vi fa venire in mente gli scantinati degli esistenzialisti parigini?