dolce StilNovo
Marco Starace

La storia del Sigaro Toscano inizia nel 1815, a Firenze. A distanza di due secoli, esso rappresenta ancora l’emblema di un’Italia risoluta, in grado di trasformare un incidente in un successo planetario. Nell’afoso agosto di quell’anno accadde infatti un evento inaspettato: il tabacco destinato a fiuto e mastico, lasciato all’aperto nel piazzale del convento di Santa Caterina delle Ruote, fu compromesso da un fortunale estivo. Si preannunciava un disastro economico senza precedenti. Pur di non perdere la produzione, si decise di correre ai ripari: il tabacco fu prima asciugato al sole e in un secondo momento, rischiando il tutto per tutto, le foglie furono stese su pali e pertiche in un magazzino al chiuso, al riverbero di alcuni fuochi, nella speranza di farle asciugare con le esalazioni delle braci. Questo ardito piano ebbe conseguenze interessanti: l’esposizione del tabacco al sole innescò una fermentazione che apportò forti note ammoniacali, mentre il processo di asciugatura all’interno del magazzino rese il tabacco scuro e con il caratteristico aroma affumicato, doti che tuttavia ne precludevano la destinazione al fiuto o al mastico. Si decise allora di arrotolarlo grossolanamente e di venderlo al popolino nella periferia fiorentina. Nessuno avrebbe mai immaginato che da quei semplici gesti sarebbe nato un manufatto oggi simbolo dell’italianità all’estero, al pari degli spaghetti e del vino, esibito da politici, intellettuali, operai, attori, militari, e che negli ultimi anni sta riscontrando successo anche nel pubblico femminile.