caffè?
Morello Pecchioli

Il suo aroma forte e deciso ha pervaso storie millenarie e inebriato narrazioni di leggende lontane, così come ogni giorno ci avvolge in brevi attimi di ravvivante energia.

Nero, forte, bollente. A Tex Willer e Kit Carson, popolari eroi del fumetto western all’italiana, il caffè piace così. Quando all’alba si levano dal bivacco sui Mogolloni (o nel Deserto Dipinto o sui monti Kaibab...), è il “vecchio cammello” a prepararlo. Nero, forte e bollente, appunto. “Il profumo del tuo caffè sveglierebbe un morto”, dice Tex al ranger con i capelli bianchi, portando alle labbra la fumante tazza di metallo col manico. 

La fragranza del caffè nero, forte e bollente aromatizza la storia degli Usa. Nel 1773 scocca a Boston la scintilla della rivoluzione: un gruppo di patrioti travestiti da indiani assaltano navi inglesi da trasporto e buttano a mare 45 tonnellate di tè, simbolo dell’oppressiva madrepatria, eleggendo il caffè a re della colazione americana mattutina. L’anno dopo il Comitato di patrioti di New York, riunito in una Coffee House, propone, e ottiene, l’unione delle Colonie Americane. Ancora. I soldati di Sam Houston, carburati di caffè nero e forte, vendicano Alamo e conquistano il Texas nella battaglia di San Jacinto, 1836, contro il generale López de Santa Anna. La conquista del West lascia nella prateria un’aromatica scia di caffè che si alza dai cerchi dei conestoga, i carri coperti di teli. Il caffè (non il whisky) è la bevanda principale dei cow-boy che spingono le mandrie di longhorne verso Abilene. Lo bevono all’alba, a pranzo, nel pomeriggio, a cena e, tra una strimpellata country e un “Oh Susanna”, lo trangugiano anche prima di andare a dormire. Alla faccia del decaffeinato, “inventato” nel 1929. Ancora oggi, gli Stati Uniti, sono tra i maggiori consumatori della nera bevanda.