editoriale
Antonello Maietta

Terminata la stagione delle Anteprime, concentrata nei primi mesi dell’anno, si è aperta quella delle fiere. Si tratta, in entrambi i casi, di eventi insostituibili per la comunicazione del vino. Pur accogliendo un folto pubblico di appassionati, le prime sono indirizzate soprattutto alla stampa di settore, potendo offrire in un breve spazio temporale lo stato di salute di una denominazione o di un territorio, mentre le seconde attirano per lo più i buyer e gli acquirenti professionali, senza trascurare l’interesse dei media e dei consumatori finali. L’occasione più ghiotta di questo periodo è il Vinitaly, da decenni punto di riferimento del mercato. 

Eppure, tutte queste attenzioni sembrano non scalfire il calo dei consumi, arrivando al paradosso che, almeno in Italia, la comunicazione non è mai stata così alta e il consumo del vino così debole. È necessario interrogarsi seriamente sull’efficacia e l’utilità delle informazioni che sono divulgate, spesso con un elevato dispendio economico. 

Se pure all’orizzonte si intravedono timidi segnali di ripresa, ancora lontani per parlare di inversione di tendenza, è altrettanto evidente la mancanza di una visione strategica unitaria da parte delle molteplici istituzioni che nel nostro Paese hanno rapporti con il mondo del vino. Ognuno naviga a vista e per conto proprio nel tentare di risolvere il problema. Tutti però concordano sull’educazione al consumo come soluzione migliore per arginare questa emorragia. Anche in ambito politico si susseguono le iniziative parlamentari che individuano negli istituti di istruzione, non solo quelli a indirizzo specifico, l’ambito su cui dedicare attenzione e investimenti. 

Ancora una volta a fare scuola è la Francia, che da molto tempo ha pianificato un percorso per avvicinare i giovani al vino, ottenendo i risultati auspicati da almeno un lustro. È un progetto di lungo respiro, ma educare le nuove generazioni porterebbe al duplice risultato di distoglierle da modelli di consumo più preoccupanti, attivando allo stesso tempo un volano energico e dinamico. In occasione di un convegno da noi organizzato a Roma presso il Ministero delle Politiche Agricole, abbiamo scelto come tema il nuovo Testo Unico, facendo dialogare allo stesso tavolo gli Stati Generali del vino italiano. Anche in questa circostanza ci siamo messi a disposizione, coscienti di aver maturato in tutti questi anni una significativa esperienza come divulgatori di conoscenza. La nostra Associazione, infatti, fin dalla sua costituzione oltre mezzo secolo fa, si è sempre connotata per il suo ruolo prettamente culturale. Speriamo solo che non sia troppo tardi. 

Con questo auspicio vi auguro buona lettura e buona Vitae.