innovazioni enologiche
Francesca Zaccarelli

Conoscere gli sforzi di chi ha reso possibile il percorso dalla vigna al calice è una consapevolezza imperativa per capire cosa stiamo degustando. Questo è ancora più importante oggi, in un presente in cui la viticoltura soffre terribilmente del cambiamento climatico, ma alla quale è richiesta la perfezione assoluta, preferibilmente seguendo le regole dell’agricoltura biodinamica, con uve non trattate ma sanissime e mature sotto tutti i profili. La stessa integrità è richiesta all’enologia, dalla quale si pretendono nuove tecniche per non aggiungere solfiti ai mosti, per estrarre più antociani possibili e far esprimere tutti gli aromi del vino nella più compiuta armonia generale. La consapevolezza dei consumatori, l’educazione all’approccio organolettico al cibo e al vino, l’attenzione all’aspetto qualitativo e sanitario di ciò che viene servito in tavola non perdonano il minimo errore. L’informazione è un diritto, ma deve essere completa: sapere cosa si vuole da un vino è un bene, ma occorre essere consci anche di come un prodotto viene realizzato, quali sono le difficoltà che viticoltori ed enologi incontrano quotidianamente, quanto ingegno e impegno occorre mettere in campo per ottenere uve e vini di qualità, piena espressione di un territorio. 

L’enologia e la viticoltura sono scienze precise, che si servono di tecnica, chimica, studio e consolidata esperienza. La poesia viene poi, quando le parti si trasformano, interagiscono, si esprimono e comunicano qualcosa a chi ama il vino, a chi lo serve, a chi lo beve. Trasformare l’uva in vino è altresì un’attività dall’importanza scientifica e culturale molto più ampia di quanto si pensi.