Lo scorso anno, in questo periodo, gioivamo dei risultati della vendemmia, intravedendo nel 2016, con la prudenza necessaria, un millesimo da ricordare; quest’anno invece non possiamo esprimere lo stesso entusiasmo. A frenarci è la consapevolezza delle molteplici combinazioni che decretano il valore di un’annata. Non si tratta più soltanto di un fatto di quantità o di qualità, sono in discussione gli orientamenti futuri dell’intero comparto, che sembra aver preso coscienza di scelte non più rinviabili.
Il drastico ridimensionamento della produzione preoccupa non tanto per il rischio di perdere la leadership di primo produttore di vino al mondo (i nostri competitor non se la passano meglio), quanto per il fatto che su questo elemento abbiamo basato le sorti del sistema vitivinicolo, senza riuscire a incidere su un riposizionamento dei prezzi di vendita.
Una delle cause che hanno determinato questa contrazione è da ravvisare nel cambiamento climatico. Si tratta di un argomento scottante, a proposito del quale è emersa chiara la necessità di un’inversione di rotta, con sollecitazioni che esortano addirittura a riprogettare integralmente la viticoltura nostrana, cosa non facile perché si scontra con diversi problemi, primo fra tutti l’ammortamento dei costi d’impianto dei vigneti. Tuttavia, la variegata orografia e la privilegiata collocazione ambientale del nostro Paese fa ben sperare sulla possibilità di mantenere vivo e magari ancor più dinamico il settore.
L’Associazione Italiana Sommelier può contare sulla guida Vitae, un osservatorio privilegiato per comprendere adeguatamente tutte le sfumature del territorio, fornendo un quadro generale molto attendibile; i produttori la tengono nella massima considerazione, perché il nostro giudizio è percepito come una valutazione autorevole e indipendente. Ebbene, anche quest’anno nella scansione delle pagine appare nitido l’orientamento sempre più green del vino italiano, non legato a calcoli di marketing o di comunicazione, come poteva accadere in passato, o all’emulazione della concorrenza. Oggi è diffusa la convinzione che il mondo vitivinicolo sia maturo per offrire il proprio contributo su un aspetto prioritario come la salvaguardia del pianeta. Anche a noi dell’AIS il problema sta a cuore, ne parleremo quindi a Milano il 21 ottobre, in occasione della presentazione della quarta edizione di Vitae.
Non sarà l’unica opportunità, perché durante il 51° Congresso Nazionale, che si svolgerà a Taormina il 28 e il 29 ottobre, all’interno di un variegato programma saranno dibattuti i temi della sostenibilità ambientale, individuando nella viticoltura un contesto di sviluppo compatibile, di salvaguardia e di vigilanza del territorio.
Buona lettura, buone degustazioni e buona Vitae a tutti.