È il momento delle rutilanti birre di Natale. Corpose, speziate e golosamente ricche, guadagnano sempre più consenso tra gli appassionati, che le scelgono per santificare le feste.
NatALE
Riccardo Antonelli
Ci siamo lasciati alle spalle il caldo asfissiante dell’estate passata e siamo approdati in questo nido di freddo tanto bramato. Confesso di aver preso in prestito, nei mesi più caldi, un motto di George R.R. Martin (“Winter is Coming!”), adattandolo a mantra personale per cercare refrigerio.
Siamo lentamente passati da Pilsner e Blanche freddissime, da Champagne e Franciacorta ghiacciati (imprecazioni della sommellerie, dettate dal buonsenso e dalla buona fede) a vini rossi giovani prima e strutturati poi, così come a Porter e DoppelBock. Il cambiamento nell’aria non è solo dettato dal clima; abbiamo voglia di festeggiare e rispettare la tradizione e così, spesso, il caminetto di casa non si accende solo per riscaldare l’ambiente o cucinare qualcosa, ma per scivolare più facilmente nell’atmosfera natalizia.
Lentamente, con aria compiaciuta e affabile, ci dirigiamo verso la nostra cantina, andando alla ricerca della bottiglia perfetta, consapevoli che si rifugi lì, nascosta fra tutte quelle etichette dormienti. Sempre fedele all’idea di Oliver Garrett:“Se ami il cibo, ma conosci solo il vino, è come se cercassi di comporre una sinfonia con solo metà delle note e metà orchestra”, le mie pupille si spostano dall’Amarone alle Imperial Stout, dal Porto al Cognac, passando per Belgian Dubbel d’Abbazia e Sfursat valtellinese. Ho in tavola i sapori forti, evoluti e tipicamente speziati di questo periodo e sono in cerca di qualcosa di altrettanto tipico: magari una magnifica Christmas Ale! Le Christmas Ale, o birre di Natale, sono prodotte da sempre, e probabilmente affondano le radici nella tradizione belga delle Kerstbier (in fiammingo), birre corpose e ricche di “insaporitori” caratteristici dei piatti e dei dolci di Natale. Dal Medioevo ci giunge notizia di un’antica tradizione, quella delle cosiddette “Lamb’s wool bier” (o wassail), chiamate così per la caratteristica schiuma somigliante alla lana di pecora. Le Lamb’s wool sono essenzialmente delle birre “cucinate”. Partendo da una birra riscaldata su un pentolino si aggiungeva (o aggiunge, perché no...) zucchero caramellato o miele, mele e spezie, come pepe, cannella, chiodi di garofano, vaniglia e radice di zenzero. Vi dice qualcosa questa generica ricetta? Non ricorda per caso un famoso preparato a base di vino (brûlé), tipico del periodo di Santa Claus?
Nulla di strano, vino e birra sono sempre andati a braccetto in certe tradizioni, quindi perché non farlo anche nel periodo dell’anno in cui tutti sono più buoni?