black pearls
Morello Pecchioli

Irrinunciabile delizia per celebrità della storia, dell’arte e della letteratura, il caviale vanta una nutrita aneddotica, da ripercorrere in queste pagine dedicate alle preziose uova di storione.

Sarà anche un cibo reale, ma quando il re di Francia Luigi XV, detto il Beneamato, mise per la prima volta in bocca una cucchiaiata del preziosissimo caviale donatogli dallo zar Pietro il Grande, ebbe una reazione poco regale: sputazzò, schifato, le uova di storione, troppo gelatinose e untuose per i suoi aristocratici gusti, più avvezzi alla mousse di sogliola in bellavista, all’anatra al sugo di navone, alla cioccolata aromatizzata con vaniglia. Nessuno aveva detto al giovane re che quelle minuscole palline grigio perla erano, già allora, uno dei cibi più costosi al mondo e che avevano un effetto afrodisiaco che gli avrebbe permesso di far bella figura nell’ars amatoria. È vero che madame de Pompadour e madame du Barry, le sue amanti più famose, erano di da venire a riscaldargli il regal talamo, ma, grazie al caviale, un po’ di pre-allenamento gli avrebbe giovato.


Alla corte di Pietroburgo il caviale era considerato ormai da tempo una leccornìa irrinunciabile, e cioè da quando, all’inizio del Settecento, i cosacchi avevano cominciato a donarlo agli zar. I Romanov andavano pazzi, soprattutto, per il fine e delicato osietra almas, il diamante dei caviali, ma amavano molto anche il sevruga. L’osietra almas è l’unico caviale di storione a non rientrare nella gamma di tonalità scura, quella che va dal grigio perla al nero, che contraddistingue il vero caviale da un succedaneo. È un caviale albino, color oro pallido, oggidì quasi introvabile. Talmente prezioso che viene confezionato anche in scatole d’oro a 24 carati per sceicchi e magnati. Il costo? Si aggira sui 40 mila euro al chilogrammo. La scatolina, praticamente, la regalano. Se ve ne dovessero donare una, state attenti a non scambiarla per latta e gettarla nel bidone della plastica e lattine.


Dopo la caduta di Napoleone, quando Parigi divenne una delle mete preferite dell’aristocrazia russa, le uova di storione erano in voga nei locali notturni frequentati dai ricchi. Da qui il caviale - il nome deriva dalla parola turca havyar - si mosse alla conquista del Vecchio Continente, indi del Nuovo. Ha deliziato, negli ultimi trecento anni, gli augusti palati di sovrani patentati, di aristocratici, di ricchi borghesi e di tutti quelli che, col portafogli gonfio per guadagni leciti e illeciti, se lo sono potuto - e se lo possono - permettere.